Laser e infrarossi Osram accendono la sfida della realtà virtuale e aumentata

Laser e infrarossi Osram accendono la sfida della realtà virtuale e aumentata

Lo sviluppo di nuovi componenti apre le strada alla futura generazione di strumenti e applicazioni interattive

Secondo uno studio della società di ricerche IDC, nel 2020 i ricavi mondiali  nei mercati della realtà virtuale e della realtà aumentata, comprensivi di hardware, software e servizi, si aggireranno intorno a 162 miliardi di dollari. Considerando il valore di 5,2 miliardi di dollari del 2016, il tasso di crescita annuo composto nel periodo 2015-2020 sarà del 181%.

Inizialmente trainata dall’industria del gioco, la realtà virtuale è potenzialmente applicabile a una vasta gamma di applicazioni industriali. Per esempio, nel settore sanitario, nella costruzione di immobili e di pianificazione urbana come pure nel settore automotive. Nel mondo consumer, dopo anni di scarsi successi, la realtà aumentata è letteralmente esplosa lo scorso anno grazie al gioco Pokemon Go.

In comune a entrambi i settori, l’utilizzo di alcuni strumenti, a partire dai sistemi optoelettronici. Si parla di emettitori a infrarossi, sensori di prossimità, sensori 3D, tracciamento oculare e proiettori. Coprire l’intera gamma di componenti offre indubbiamente un vantaggio competitivo, ed è esattamente quanto sta cercando di mettere in campo Osram Opto Semiconductors, la divisione specifica dell’azienda più comunemente nota per la presenza nel mondo dell’illuminazione.

I sistemi per realtà virtuale e realtà aumentata infatti, possono essere realizzati in parte con prodotti standard, come fotodiodi o emettitori infrarossi ad alta potenza. Altre applicazioni, come la percezione 3D per il riconoscimento dei gesti o di sorgenti puntiformi per i caschi VR, richiedono invece soluzioni speciali.

Qua, Osram vuole omettere in campo tutte le proprie competenze per giocarsi la partita. Per esempio, l’azienda  ha sviluppato un diodo laser a 850 nm, pensato appositamente per le telecamere a tempo di volo e le applicazioni a luce strutturata. Il diodo laser è disponibile sia come multi-mode sia in versione single-mode ed è utilizzato per l’impiefgo di sensori 3D in sistemi VR e AR.  Oppure, LED sviluppati appositamente per proiezioni vicine all’occhio forniscono due canali di proiezione con il verde, il rosso e il blu combinati in un unico modulo, consentendo così la progettazione di un emettitore di luce molto piccolo. Più in generale, nella progettazione e realizzazione di nuove soluzioni è già possibile contare su una grande varietà di LED adatti a diversi tipi di applicazioni e progetti, tra cui la retroilluminazione, i sensori per il monitoraggio biometrico e i sistemi per l’identificazione biometrica.

Dal punto di vista dell’utente, questo significa poter sfruttare nuove funzionalità grazie ai sensori di prossimità, usati all’interno di caschi VR per determinare se questi siano indossati o meno e attivarli o disattivarli automaticamente. I diodi IR invece sono vitali per auricolari e controller. Il minuscolo emettitore crea la luce e l’illuminazione a infrarossi, attivando una telecamera collegata per osservare i movimenti dell’utente.  Anche i fotodiodi sono utilizzati in auricolari e controller. Registrano la luce emessa dai diodi IR che irraggia l’area di gioco.  Infine, i laser a raggi infrarossi sono utilizzati come parte dell’illuminazione a infrarossi. Scansionano e determinano l’area di gioco.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verificato da MonsterInsights