Dietro ogni acquisto, la biometria si fa strada a grandi passi
Impronte digitali, riconoscimento facciale e dell’iride pronti a mandare in pensione le carte di credito
Chi è ancora indeciso se sfruttare uno smartwatch per i pagamenti contactless, tra non molto potrebbe non avere più nemmeno bisogno di prendere una decisione. Secondo una recente indagine Juniper Research infatti, sarà presto la biometria a dettare legge al momento di concludere un acquisto.
Per la società di ricerche inglese infatti, entro il 203 l’ammontare delle transazioni mobile regolate attraverso la biometria raggiungeranno la ragguardevole cifra di 2 trilioni di dollari. Per meglio capirsi, due miliardi di miliardi di dollari. Vale a dire, 17 volte la cifra di 124 miliardi di dollari stimata per la fine dell’anno.
Una tendenza guidata dalla diffusione di nuovi apparati, con il 57% degli acquisti destinati a essere pagati sfruttando la biometria, più del doppio rispetto al già importante 26% previsto per il 2018.
Uno studio naturalmente condotto su scala internazionale, dove l’Italia al momento si assesta su un livello decisamente inferiore. Resta però un fattore da prendere in seria considerazione per gli operatori, con la necessità di adeguarsi in tempi brevi.
A favorire la rapida crescita, la messa a punto e l’adozione di procedure standard, sulla falsariga di quella lanciata di recente da Visa con Secure Remote Commerce. Dal canto loro, per i produttori di dispositivi, l’integrazione della biometria sta ormai diventando la regola e una volta raggiunto un buon livello di ricambio, la nuova procedura di pagamento è destinata a diventare naturale, non molto diversamente da una carta di imbarco presentata direttamente su smartphone.
Juniper prevede infatti come nel 2023 siano l’80% i dispositivi compatibili sul mercato, per 5 miliardi di unità. Sensori per le impronte digitali prima di tutto, ma anche software e ottiche per riconoscimento facciale e presto anche analisi dell’iride.
D’altra parte, secondo i ricercatori, già l’80% degli apparati in commercio oggi è già in grado di utilizzare software di riconoscimento facciale o sistemi di riconoscimento vocale, con procedure di identificazione appoggiate al cloud e indipendenti dalla piattaforma.