Indossando la tecnologia Integris, il traguardo di New York è realtà
Con l’aiuto dei wearable, un gruppo di dieci corridori amatoriali riesce a concludere la maratona
Più di una gara di velocità con la ricerca dello scatto vincente, la corsa per sfruttare il mercato IoT assomiglia molto di più a una maratona, con un lungo lavoro, solo all’apparenza lento, mirato a studiare il problema, capire come integrarlo nelle applicazioni e tradurre il lavoro in risultati utili per l’utente finale.
Già oggi, molto più vicini di quanto si possa pensare alla quotidianità della singola persona. Un’ottima dimostrazione arriva non a caso proprio dall’ambiente della maratona e in particolare grazie al progetto realizzato da Integris in occasione del recente appuntamento di New York, il più importante per gli appassionati.
IoT significa prima di tutto estendere le possibilità di raccolta dei dati, da trasformare in indicazioni utili ai diretti interessati attraverso software dai data analytics. In modo molto più diretto, qualcosa di non molto diverso a chi usa Strava o un’altra applicazione simile e dopo ogni allenamento o gara analizza manualmente la propria prestazione.
Con IoT il traguardo non è un sogno
Integris ha voluto esattamente mettere al servizio di questo settore le proprie competenze. Così, un gruppo di atleti si è prestato da cavia per sperimentarne le potenzialità, con la prospettiva di migliorare le prestazioni. La Maratona di New York ha offerto sia lo scenario mediatico sia il banco di prova sportivo ideale. In aiuto di Integris è inoltre arrivata la stretta collaborazione con Daniele Meucci, personaggio noto agli sportivi proprio per la fama di maratoneta, ma probabilmente non altrettanto per gli studi in ingegneria e la passione per la robotica.
Con tutti gli ingredienti a disposizione, il progetto ha quindi preso forma in modo del tutto naturale. Con lo stesso Meucci nel ruolo di guida, sia sportiva sia tecnologia, gli atleti si sono allenati sfruttando quanto di meglio offrono le tecnologie wearable nel settore. Quindi, magliette e calze dotate di sensori e una cavigliera smart ad assolvere al compito di una sorta di centralina per la raccolta dei dati.
Niente di realmente nuovo fino a questo punto. Sistemi simili in grado di rilevare i parametri della corsa (distanza percorsa, e cadenza prima di tutto, ma anche appoggio del piede) sono ormai a disposizione già da qualche tempo. Per sfruttarli a dovere però, serviva qualcosa in più, esattamente quanto ha ottenuto Integris. Combinati con le caratteristiche dei percorsi di allenamento, l’app di base e un’applicazione di data analytycs più sofisticata hanno aiutato Meucci a mettere a punto programmi di allenamento personalizzati.
Per gli atleti, anche uno stimolo in più proprio grazie all’app. Oltre a seguire all’istante i progressi personali, in questo modo diventa possibile definire obiettivi molto più realistici e non standardizzati, come in genere avviene attualmente per le app abbinate ai wearable attualmente in commercio.
I risultati non si sono fatti attendere. Nove dei dieci maratoneti amatoriali del progetto hanno raggiunto l’obiettivo prefissato di portare a termine la gara, avvicinandosi molto al tempo finale stimato dal modello, con una precisione raggiunta del 96%. A coronare il successo, Daniele Meucci è stato il terzo italiano più veloce su oltre tremila partecipanti.