Sorpresa ma non troppo: Apple perde colpi
Confermati i segnali di difficoltà, soprattutto a causa di iPhone. Tra fine di un’era e concorrenza agguerrita, il futuro è tutto da costruire
I segnali erano evidenti già da tempo. Trattandosi di Apple però, in pochi erano disposti a pensare potesse realmente trovarsi in difficoltà. Per di più, a causa del proprio prodotto simbolo, iPhone. La decisione di andare ancora oltre una comunicazione con i media mai realmente gradita e non comunicare più del tutto i dati di vendita, i primi dati ufficiali dopo l’ultima serie di annunci, il rimandare ogni decisione a dopo l’auspicata e abituale impennata di fine anno, lasciavano presagire come qualche cosa si stesse in effetti inceppando nei perfetti meccanismi Apple.
Come spiega il CEO in persona Tim Cook, le vendite si sono rivelate inferiori alle attese. Si parla sempre di cifre importanti, 84 miliardi di dollari contro i 93 miliardi di dollari previsti, ma anche di un calo del 5% rispetto all’anno precedente.
Segnale più allarmante in prospettiva futura, una notizia poco gradita soprattutto dal mondo finanziario. In tre mesi il titolo in borsa è infatti sceso del 40%.
Smartphone, filone in esaurimento
Un campanello d’allarme non solo per Apple. L’intero mercato degli smartphone è ormai prossimo a un punto di saturazione e al momento mancano reali premesse per una svolta tecnologia tale da indurre un ricambio diffuso.
Di riflesso, un campanello d’allarme esteso al mondo smartwatch. Anche se ancora in piena fase crescente, il settore deve iniziare a pensare al lungo termine per non trovarsi nella stessa situazione stagnante prima del previsto.
Le indicazioni non mancano. Prima di tutto, l’affermarsi di una tendenza ormai consolidata, lo smartwatch concepito non come l’originaria estensione dello smartphone, ma come dispositivo indipendente. Quindi, pronto a giocarsi le proprie carte e non dipendere necessariamente da fortune altrui.
Inoltre, una seria valutazione sulle reali potenzialità delle eSim, vale a dire la connettività diretta a Internet. Al momento accolta con una certa freddezza, la soluzione ha bisogno di trovare una vera idea in grado di motivarne un utilizzo diffuso e non solo per tendenza. Oppure, più semplicemente diventare un ricordo.
Con cosa Apple deve fare i conti
Al momento però, per quanto riguarda Apple, le preoccupazioni sono altre. Individuare le cause della frenata e trovare una soluzione. Nel primo caso, ci sono almeno un paio di ragioni ormai consolidate. La prima in particolare, non necessariamente legata alla tecnologia.
Buona parte della situazione è riconducibile al principale mercato per iPhone, la Cina. Tra questioni politiche, strategie interne e concorrenza più agguerrita guidata da Huawei e ZTE, il risultato è stata una marcata tendenza a preferire i prodotti interni. Decisione favorita anche dal rafforzamento del dollaro.
Questo non può autorizzare Apple a cercare giustificazioni solamente all’esterno. Buona parte della situazione è infatti dovuta ai problemi di iPhone. Il cambio sfavorevole soprattutto per il mercato europeo è solo la cima di un piccolo iceberg di problemi.
Il passo falso iPhone XR
La realtà rivela invece uno dei prodotti di minor successo nella storia iPhone, la versione XR. Dove in passato il calo nel numero di unità vendute era compensato dall’aumento dei prezzi, arrivato a superare i mille euro, ora il modello in teoria più abbordabile si sta in realtà rivelando un’arma a doppio taglio.
Più di iPhone XR infatti, tanti stanno preferendo orientarsi su smartphone di versioni precedenti, resi più abbordabili dalle nette riduzioni di prezzo. In pratica, interrompendo un meccanismo fino a pochi mesi perfettamente oliato. Invece dei quasi 900 euro chiesti in Italia, spendendo la metà si può comunque contare su un iPhone meno attuale ma comunque all’altezza delle attese per prestazioni.
Il passato insegna come Apple sia comunque in grado di trovare la soluzione alle situazioni più delicate. Questa è certamente una di quelle, per certi versi inedita dal punto di vista dell’azienda. Considerando ancora tutto sommato trascurabili nel fatturato complessivo le potenzialità di Watch e la relativa capacità di contribuire a raddrizzare la situazione, le soluzioni vanno cercate altrove.
Alla ricerca di una via d’uscita
Dove? Prima di tutto, certamente con una diversa distribuzione dei ricavi, aumentando il peso di accessori e servizi. Ancora oggi infatti, iPhone rappresenta oltre la metà delle entrate Apple. Quindi, c’è il serio pericolo di dover scendere a compromessi con la propria strategia storica e accettare di allargare l’offerta smartphone e smartwatch a modelli realmente più competitivi sotto il profilo del prezzo.
Conoscendo Apple, questa in effetti è la vera sfida, accettare in qualche modo di doversi confrontare alla pari con i diretti rivali e il rischio di non poter più contare solo su un nome per convincere a spendere oltre alla media, spesso sulla fiducia.