Nella biometria l’impronta digitale lascerà il segno ancora a lungo

Nella biometria l’impronta digitale lascerà il segno ancora a lungo






Riconoscimento facciale e dell’iride non frenano ancora diffusione ed evoluzione dei sensori sui dispositivi portatili e indossabili

Come confermato dalle scelte strategiche e dagli orientamenti nella ricerca di principali produttori, il futuro nella biometria attualmente guarda soprattutto in direzione del riconoscimento facciale, mentre a lungo termine la priorità emergente è l’iride.

Una situazione apparentemente a scapito del primo sistema adottato sugli smartphone e alcuni smartwatch, la lettura dell’impronta digitale. Eppure, proprio questa sembra la  soluzione destinata a dominare la scena ancora per qualche tempo.

La curiosa situazione è fotografata da un lavoro ABI Rresearch, dove si stima di vedere prodotti entro l’anno 1,26 miliardi di apparati per il riconoscimento dell’impronta digitale destinati a prodotti per il mercato consumer.

Cambia la modalità, non il principio

A ribadire il buono stato di salute della tecnologia, una crescita annuale del 10,3% stimata per i prossimi cinque anni, grazie soprattutto alle previsioni di vendita per praticamente tutti i principali marchi. Apple e Samsung in prima fila, ma anche Huawei, Xiaomi ed LG, tutti con modelli in catalogo ancora per diverso tempo.

Un settore quindi in ottima salute. Basti pensare come dal 2014 a oggi la crescita annuale si sia rivelata del 29,5%. A suo favore, il consenso subito raccolto dagli utenti. Superati gli impacci iniziali, l’impronta digitale ha prontamente messo in secondo piano PIN, tracce e altri sistemi di sblocco più complessi.

Dal canto suo, la tecnologia non sembra avere intenzioni di rallentare lo sviluppo. In arrivo a breve è infatti previsto un nuovo sistema di lettura, totalmente integrato nella superficie del display, quindi senza più aree dedicate.

Il conto lo pagano gli acquisti

Uno scenario certamente positivo, dove tuttavia non manca qualche punto debole. ABI Research infatti, rileva un risposta inferiore alle attese nei pagamenti digitali. Alla prova dei fatti, lo scenario quasi futuristico visto spesso in tanti film del passato ha incontrato più difficoltà del previsto.

Pagare un acquisto semplicemente appoggiando un dito su un sensore, resta un obiettivo lontano. In questo caso infatti, la tecnologia non si rivela ancora all’altezza. I sensori finora sperimentanti non hanno soddisfatto gli elevati standard del settore.

I principali produttori non sembrano tuttavia scoraggiarsi. Il potenziale resta elevato e con buona probabilità si tratta solo di aspettare la messa a punto ideale. Sarà quindi necessario attendere il 2021, periodo stimato per una resa dei conti prima di capire quanto lo scenario ipotizzato possa diventare reale.

L’automobile indica la direzione

Nel frattempo, le novità non mancheranno. Sono infatti diversi i settori dove l’impronta digitale giocherà un ruolo importante. Prima di tutto, il mondo delle automobili. Lungo il cammino per arrivare ai veicoli con guida autonoma, il prossimo passaggio sarà un’estensione dei comandi vocali e delle interazioni biometriche.

Un altro campo dato da ABI Research in forte crescita è quello della sicurezza, con i sistemi di videosorveglianza e accesso, in luoghi privati o strutture protette, dove l’impronta digitale sarà sfruttata in combinazione con riconoscimento facciale e iride per elevare i livelli di sicurezza.

Sempre da non sottovalutare infine, l’ambito finanziario. La crescita delle criptovalute  presenta tutte le carte in regola per favorire il rilancio della biometria anche nei pagamenti.

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