Ascoltando Ambassador, nessuna lingua è straniera
La nuova proposta Waverly Labs alza il livello della sfida, offrendo traduzione simultanea in ambienti e situazioni diversi
Dopo la prima felice esperienza di Pilot, Waverly Lab rilancia nel settore della traduzione simultanea. Dai semplici auricolari per brevi conversazioni, con Ambassador si passa a un pubblico diverso e a un livello di sfida superiore.
L’obiettivo è infatti supportare veri e propri incontri tra più persone. Dalle riunioni all’interno di una multinazionale, a scuole o centri di formazione, sono diversi gli scenari inquadrati da Waverly Lab per allargare la portata della propria tecnologia.
Il livello della sfida si alza
Una sfida per certi versi decisamente più impegnativa. Se infatti obiettivo dei Pilot era soprattutto riuscire a comprendersi nelle piccole situazioni quotidiane, con Ambassador il margine di manovra è decisamente inferiore. Si parla infatti di vere e proprie conversazioni o discorsi, dove non è possibile scendere a compromessi con le prestazioni.
La prima conseguenza è un sistema decisamente più voluminoso. Dagli auricolari di design si passa a veri e propri padiglioni, più vicini alle dimensioni di cuffie. Sostanzialmente, per dare spazio ai componenti necessari, senza tuttavia trascurare anche questioni pratiche di condivisione degli Ambassador.
Il sistema infatti ruota intorno a un motore di traduzione in cloud, valutato come indispensabile per garantire la qualità della traduzione. Per arrivarci, serve prima di tutto un audio di partenza privo di ogni ambiguità. Waverly Labs ha di conseguenza studiato un sistema di microfoni in serie. Per la precisione, un array di microfoni, indispensabile a cogliere tutte le sfumature del parlato sia dell’utente sia dell’interlocutore.
All’interno di Ambassador il motore di riconoscimento vocale basato su tecnologia neurale, quindi in un certo senso capace di prevedere il prosieguo di un discorso, riconosce la frase e la lingua da trasmettere per la traduzione e restituisce la versione nell’idioma desiderato.
Il tutto, rigorosamente nel giro di frazioni di secondo o pochissimi secondi, se non si vuole compromettere la normale fluidità di una conversazione. Anche per questo, il traduttore è destinato a un uso interno e in situazioni decisamente più statiche rispetto ai Pilot.
Una traduzione per ogni situazione
Tre le modalità di uso previste: conversazione singola, ascolto di un oratore nel raggio di 2,5 metri appoggiandosi allo smartphone degli ascoltatori ai quali viene trasmessa la voce e tradotta nella singola lingua per essere riprodotta da normali auricolari. Infine, la più impegnativa conversazione, dove naturalmente ogni utente deve essere munito di Ambassador, opportunamente configurato via app.
Sono diversi gli scenari nei quali Waverly Labs ha sperimentato l’uso dei nuovi auricolari. Oltre alle classiche situazioni di riunioni, conferenze o incontri internazionali, riscontri positivi sono arrivati da contesti di assistenza tecnica o formazione.
Molto meno scontate, e altrettanto promettenti, le sperimentazioni condotte in alberghi, uffici del turismo, assistenza medica e legale o forze di polizia. Fino al grande aiuto in situazioni di emergenza, dove il prezzo di eventuali fraintendimenti si rischia di contare in vite umane.
Sei ore l’autonomia dichiarata di Ambassador, proposto nei due colori nero e rosso scuro. Per chi è pronto a fidarsi fin da subito di Waverly Labs, fino a novembre il prezzo di listino di 149 dollari può essere ridotto a 99 dollari.