Le trame Apple per cingere Watch di un tessuto smart
Dei tanti brevetti dpositati da Apple, diversi vanno in direzione dei tessuti smart. Tra le applicazioni, cinturini interattivi per Watch
In un futuro neppure troppo lontano Apple si appresta a lanciare una nuova interessante sfida per un tessuto smart. A partire dal semplice cinturino di Watch, fino in prospettiva a potenziali veri e propri capi di abbigliamento. Settore pressoché inesplorato e al tempo stesso molto promettente.
Se fino a oggi la plastica e i relativi derivati sono stati protagonisti indiscussi per i cinturini degli smartwatch, presto la situazione potrebbe cambiare. La combinazione di alcuni brevetti Apple lascia intendere di una realtà neppure così lontana.
Fino a oggi il tessuto è stato meno considerato anche per una questione di costi e lavorazione. La possibilità di rendere un cinturino smart cambia però completamento il discorso, aprendo a nuove opportunità. Proprio in questi giorni infatti, Apple ha ottenuto dall’US Patent and Trademark Office il riconoscimento su un paio di brevetti interessanti al riguardo.
Il punto giusto per un tessuto smart
Un primo, legato alla tensione dei punti in un tessuto smart. La caratteristica intrinseca di elasticità in questo caso può essere sfruttata per riconoscere diversi stati e agire di conseguenza. Le variazioni di tensione a seconda del movimento funzionano in pratica da sensori, grazie ai quali ricavare nuove indicazioni utili a migliorare l’affidabilità dei parametri vitali.
In pratica, l’idea è inserire all’interno delle trame, anche un filo con capacità conduttive, in grado nel contempo di rispettare le caratteristiche di flessibilità ed elasticità di un tessuto. In questo modo, se opportunamente combinata, la sequenza di punti crea un piccolo campo magnetico impercettibile al corpo umano.
Abbastanza intenso però, da poterne rilevare e misurare le variazioni con un wearable. Si parla naturalmente di Watch, anche se non è escluso si tratti solo di un primo passo verso veri e propri indumenti smart al servizio dello sport e della salute.
Tra le ipotesi avanzate dagli addetti ai lavori, la possibilità di realizzare indumenti in grado di allargarsi o stringersi in modo dinamico a seconda delle esigenze, o a seconda dei gusti dell’utente.
Dal semplice massaggio alla stimolazione, alla misurazione approfondita dei valori, variando i parametri fisici o inserendo ulteriori sensori, lo spazio applicativo si allarga in modo deciso.
Il pulsante che non c’è
Un secondo brevetto, aiuta invece a spingersi oltre, trasformando un tessuto smart in vero e proprio dispositivo. Trattando un filato in modo tale cioè, da integrare veri e propri pulsanti, senza la necessità di aggiungere elementi esterni.
L’idea è abbastanza semplice. Lavorando il materiale in modo da realizzare delle minuscole cupole sul tessuto lavorato, sempre utilizzando elementi conduttivi, premendo il punto indicato si creano differenze di valori tali da poter essere interpretate come comandi e inviate al wearable connesso.
Con la semplice pressione del dito, due strati di tessuto conduttivo vengono a contatto, chiudendo il circuito e rilevando quindi un segnale. Lavorando su aspetti come intensità e durata, diventa possibile riconoscere e gestire diverse situazioni.
In questo caso, la prospettiva è anche più larga. Si parla infatti di una possibile applicazione per una nuova generazione di tastiere in tessuto, ma anche di speaker, molto interessanti sotto il profilo della mobilità. Così come una ipotetica prospettiva di realizzare anche vere e proprie toppe smart, da applicare a indumenti tradizionali.
Risultati certamente interessanti, non è tuttavia il caso di lasciarsi andare a facili entusiasmi prima del tempo. Il lavoro di ricerca Apple infatti, sforna brevetti a ciclo continuo e questi sono solo alcuni dei tanti approvati di recente dall’US Patent and Trademark Office. Interessante però, la combinazione sempre più frequente in direzione di un tessuto smart.