Ritornano i Pixel Buds e Google prova ancora a farsi sentire
Nella rinnovata versione degli auricolari Pixel Buds, Google punta su assorbimento adattivo del rumore e traduzione simultanea
I risultati poco incoraggianti finora incontrati sul fronte hardware non sembrano minimamente intaccare la fiducia Google, pronta ancora a rilanciare. Questa volta puntando su Pixel Buds, nuovi auricolari pronti alla sfida nel settore hearable. Il più attivo del mondo wearable, dove però la concorrenza non manca.
Mentre arrivano segnali incoraggianti sul fronte dell’acquisizione di Fitbit, Google prova così a dimostrare di poter essere competitiva anche fuori dall’universo Web, senza timori reverenziali su tecnologia, design e anche prezzo, considerando un listino non esattamente popolare di 199 euro.
Presentati lo scorso ottobre, i Pixel Buds sposano la tendenza di affidarsi al colore bianco. Le analogie con i più famosi AirPods si fermano però qua. A partire dalle forme, il progetto Google va chiaramente alla ricerca di una personalità propria.
Il design in-ear infatti, segue una strada più minimalista. Forme arrotondate, senza appendici. Nonostante questo, la connessione Bluetooth viene promessa ai massimi livelli come affidabilità, e naturalmente anche come qualità audio.
Pixel Buds in cerca di personalità
Tra gli auspicati fattori distintivi, la funzionalità Suono adattivo regola il volume quanto basta per compensare un rumore improvviso nell’ambiente, per poi tornare al livello normale una volta esaurita l’onda sonora. In pratica, un po’ come la luminosità automatica dello schermo del telefono: si adatta momentaneamente a ciò che citi circonda.
Dotati naturalmente di microfono integrato, spazio come facile prevedere anche a Google Assistant e relativi comandi vocali. Dalla conformazione degli auricolari viene però da domandarsi se la distanza tra bocca e microfono non possa trasformarsi in un problema per la corretta interpretazione dei messaggi. Soprattutto, in presenza di forti rumori ambientali.
La carta della traduzione simultanea
Discorso simile per le traduzioni. Sfruttando la propria tecnologia già consolidata sul Web, la modalità Conversazione aiuta a condurre dialoghi senza troppi impacci. Appoggiandosi allo smartphone, l’interfaccia utente a schermo diviso è stata pensata per mostrare esattamente una frase parlata e tradurla in tempo reale sullo schermo.
Rispetto ai diretti rivali, a partire da Apple, Samsung e Huawei, certamente un potenziale fattore distintivo. Resta però da valutare l’effettiva efficacia rispetto ai diversi modelli progettati proprio a partire dalla traduzione simultanea, sviluppati dalle tante startup attive nel settore.
Per niente scontata infine, la funzione Trova dei Pixel Buds. Per quanto belli e pratici, gli auricolari in-ear aumentano il rischio di essere persi. Anche solo per le ridotte dimensioni, difficili da ritrovare in casa. L’idea Google è far squillare gli auricolari direttamente dal telefono.
Se nel raggio d’azione del Bluetooth, si può attivare la suoneria di un auricolare alla volta e avviare la ricerca. Nel momento in cui si tocca quello perso, il suono si interrompe.