Con la pressione nel sangue Fitbit punta in alto sulla salute
Parte la sperimentazione Fitbit per misurare la pressione nel sangue al polso, direttamente da uno smartwatch
In difficoltà sul fronte ECG, Fitbit cerca la riscossa nelle funzioni di livello medico per gli smartwatch provando a stringere i tempi sulla pressione nel sangue. Se la posizione Apple per l’elettrocardiogramma su Watch è infatti al momento ancora inattaccabile, combinare praticità, estetica e affidabilità per tenere sotto controllo il livello della pressione è una sfida ancora aperta.
Il nodo principale, superare la necessità di sfruttare il cinturino come fascia gonfiabile per esercitare la necessaria pressione, e riuscire a farlo al polso, sfruttando l’evoluzione dei sensori.
Il PAT, l’arma in più Fitbit
Su questo Fitbit, sembra ottimista. Le speranze sono affidate agli studi sul Pulse Arrival Time, il tempo necessario a una pulsazione del sangue per raggiungere il polso e relativo wearable dopo un battito cardiaco. Riuscire a misurare con precisione questo valore, secondo i ricercatori apre le porte proprio al tracciamento della pressione nel sangue.
Lo studio è a un buon punto, tanto che è negli USA è già stato aperto l’invito ai giovani sotto i vent’anni per avviare la sperimentazione. Obiettivo principale, migliorare la prevenzione contro le conseguenze di una pressione alta, e relativi rischi per la salute.
Problemi in genere difficili da individuare per tempo, dove però un maggiore controllo sulla pressione del sangue può tornare utile. Soprattutto se effettuato in condizioni normali e non solo a riposo. Secondo le stime Fitbit. Negli USA una persona su due adulta è a rischio. Buona parte di loro però, lo ignora, anche solo per la difficolità di individuare i sintomi per tempo.
Sulla buona strada
Al momento, la ricerca ha consolidato il primo passo, vale a dire il legame tra PAT pressione nel sangue. Si tratta ora di dimostrare il passo successivo, vale a dire come eseguire le letture e soprattutto come garantirne l’affidabilità utile non solo per ottenere le certificazioni, ma anche per offrire un servizio affidabile. Secondo quanto dichiarato dall’azienda, i primi test interni si sono rivelati incoraggianti.
Difficile però capire al momento se e quando tutto questo diventerà realtà negli smartwatch di tutti i giorni. I primi riscontri di Sense non sembrano essere stati in linea con le attese. Quindi, c’è ampio spazio per migliorare le funzioni esistenti, a partire dall’ECG e nel frattempo prepararsi ad affrontare la nuova sfida.
Pubblicato il 12/5/2021