Condividere la posizione non è sempre sinonimo di sicurezza
L’utilità di condividere la propria posizione aiuta a muoversi in sicurezza. Bisogna però stare attenti a chi si affidano i dati personali
Soprattutto durante le vacanze, può capitare di avventurarsi in escursioni lontano dal traffico in luoghi solitari. Per mantenere comunque il contatto con i propri cari, o semplicemente per sicurezza, spesso si usa condividere la propria posizione.
Opzione sempre più diffusa in app di diversa natura, da quelle sportive a quelle di incontri, incluso WhatsApp, comporta però anche alcuni rischi da non sottovalutare. E non si parla solo del pericolo di trovarsi a secco di batteria.
Come sottolinea infatti Panda Security, prima di condividere la propria posizione è importante considerare anche alcuni aspetti meno scontati. Anche perché, le alternative non mancano.
Condividere la posizione, non la sicurezza
La modalità più diffusa utilizza l’invio del segnale GPS da un’app. Una volta creato il collegamento, il satellite segue la posizione del dispositivo e la trasmette al destinatario selezionato finché uno dei due non interrompe la condivisione. Per funzionare deve essere attiva la geolocalizzazione.
Questa operazione però, apre le porte ad altre operazioni effettuate dallo smartphone, spesso a insaputa del proprietario. Per poterla usare infatti, in genere bisogna autorizzare l’app di turno a registrare e utilizzare queste informazioni per i propri servizi.
Per esempio, se si usa Googla Maps e non si è espressamente disabilitata l’opzione, bisognerà accettare annunci pubblicitari su base geografica, i dati per le informazioni sul traffico e i mezzi pubblici o la personalizzazione dei risultati di ricerca in base alla posizione
Informazioni certamente utili anche per i diretti interessanti. Le cui informazioni in questo caso però, vengono trasmesse su una rete pubblica senza alcuna protezione.
Il discorso cambia se si utilizzano invece WhatsApp, Signal o Telegram, dove grazie all’utilizzo della cifratura, almeno il rischio di essere intercettati è minore.
Come contenere i rischi
Più in generale però, condividere la posizione comporta dei rischi, che si possono comunque limitare senza compromettere la funzionalità. Per esempio, se disponibile è utile impostare la durata della condivisione affinché venga interrotta automaticamente a una scadenza indicata o alla chiusura.
Oppure, quando si riceve la posizione in tempo reale del proprio partner o di un’altra persona, fare attenzione a non lasciare incustodito lo smartphone e proteggerlo da sguardi indiscreti.
Per quanto noioso, prima di installare e usare un’app è sempre utile leggere attentamente le norme sulla privacy e cercare come controllare le relative impostazioni.
Se infine c’è di mezzo la sicurezza personale, per esempio sapere dove si trovino i propri figli, allora meglio scegliere una suite di strumenti espressamente dedicati di parental control. Proprio perché controlli per i genitori sono molto efficaci e utili, è importante affidarsi solo a prodotti conosciuti.
In sostanza, prima di procedere a condividere informazioni personali, come sempre prima di ogni altra cosa è importante informarsi e assicurarsi di poter mettere i propri dati in buone mani.
Pubblicato il 23/8/2021