Sarà Versa 4 il promesso sposo di Google WearOS
Atteso non prima del 2022, Fitbit Versa 4 è il candidato ideale per il debutto di WearOS, combinando benessere e un maggiore numero di app
Se per Fitbit un eventuale Sense 2 significa soprattutto rilanciare le ambizioni di una sfida diretta a Apple Watch, un più probabile Versa 4 va invece incontro alle aspettative concrete di sviluppare il progetto forse di maggiore successo per l’azienda californiana.
Anche in questo caso, i tempi sono ancora incerti. Si parla quasi certamente della seconda metà del 2022. Analogamente, un periodo dovuto anche all’intenzione di mettere formalmente in campo l’acquisizione da parte di Google. Quindi, con buone probabilità di assistere al primo smartwatch Fitbit con WearOS o almeno una versione del sistema operativo risultato della fusione con Fitbit OS
Nella circostanza, per effettiva riservatezza o scelta strategica, le fughe di notizie, vere o studiate ad arte, sono praticamente assenti. Questo non impedisce però di ricavare conclusioni interessanti dalle mosse più recenti.
Banco di prova per WearOS in veste Fitbit
Di sicuro, l’integrazione di WearOS è in fase avanzata e pensare di vederla debuttare su Versa 4 può aiutare ad attirare l’attenzione, senza dover dedicare ulteriori risorse nello sviluppo di un modello tutto nuovo da aggiungere a un’offerta già in difficoltà nel reggere il confronto con i rivali.
Ne uscirà di conseguenza un Versa 4 molto diverso dai precedenti. Difficilmente però, cambiandone anche la natura. Buona parte del successo di Fitbit è legato all’attenzione al benessere e all’attività fisica. In questo senso, certamente un pioniere. Non c’è quindi ragione di cambiare strada.
Se da una parte resta il grosso interrogativo sul destino dell’enorme, e dettagliato, archivio di dati sensibili Fitbit potenzialmente destinato a finire nelle grinfie di Google, dall’altra si aprono diverse opportunità.
Porte aperte alle app Google
Punto debole di Versa a oggi sono le applicazioni. Poche e limitate, non consentono grandi spazi di manovra. Per esempio, l’unico servizio di musica realmente fruibile è Spotify, oltre al poco consistente Deezer in Italia. Anche l’app dedicata di Strava è più fonte di problemi di un vero supporto.
Poter quindi contare sull’integrazione di Gmail, Maps, Pay e tutte le altre di Google, renderà il nuovo smartwatch certamente più versatile e quindi attraente. In particolare, si prospetta l’ipotesi di poter contare sulle mappe direttamente sul display. Naturalmente anche offline.
La buona forma Fitbit ha fatto scuola
Per quanto riguarda l’attività fisica invece, è più realistico pensare a un sistema inverso. Al riguardo Fitibt ha tracciato la strada e resta un modello di riferimento. In questo caso, dovrebbe essere Google ad adattarsi, anche per rimediare ai consensi minori delle proprie app.
Non ci sono da aspettarsi particolari novità sul fronte estetico. Anche per l’impegno richiesto sull’integrazione del software, le linee morbide ormai caratteristiche Fitbit da alcuni anni continueranno a essere un fattore distintivo. Nella logica dell’evoluzione, ci si può aspettare semmai un aumento nella risoluzione dello schermo, possibilmente guadagnando anche qualche millimetro sulla cornice della cassa.
Discorso simile anche per quanto riguarda l’autonomia. Se non per arrivare alla settimana con display sempre acceso, almeno avvicinarsi. Nel caso Fitbit riuscisse perfezionare anche l’algoritmo per l’ECG, funzione ormai sempre meno esclusiva, non ci sarebbe da meravigliarsi di vederla debuttare anche su Versa 4, così come è stato sulla versione attuale con il GPS.
Poche concessioni da attendersi infine sui prezzi. Anche se ci sarà ancora un anno, o quasi per inquadrare meglio la cifra rispetto alla situazione di mercato, sicuramente si resterà sopra i 200 dollari. Qualcosa di meno in euro, ma neppure tanto.
Pubblicato il 6/10/2021