Dieci anni di wearable, un rivoluzione appena iniziata
In una decina di anni scarsi, i wearable hanno conquistato il mercato. Una storia appena iniziata, con molte novità in arrivo
Se si considerano i primi modelli apparsi sul mercato, quelli rivolti ai pionieri del settore, il mondo wearable ha iniziato a cambiare le abitudini di molti ormai da una decina di anni. Periodo durante il quale i dispositivi indossabili sono rapidamente passati da settore di nicchia a vera e propria industria di tendenza.
Secondo le ricerche IDTechEx, dal 2015 a oggi il mercato wearable ha praticamente raddoppiato i ricavi ogni anno, arrivando a generare 80 miliardi di dollari in fatturato nel 2020. Viene quindi naturale chiedersi quale potrebbe essere l’evoluzione nei prossimi anni e di conseguenza cosa possiamo aspettarci.
A guidare il settore restano elementi al momento imprescindibili come il comfort per un dispositivo spesso destinato a essere indossato diverse ore al giorno, la dimensione giusta per farsi notare all’occorrenza ma senza dare fastidio e sempre di più l’autonomia, ormai difficilmente accettata al di sotto di una settimana.
Caratteristiche speso in contrasto tra loro e la naturale ricerca di nuove funzionalità. Da qui, la vera sfida per un numero di pretendenti sempre maggiore, anche se di fatto il mercato resta in mano a pochi nomi, in genere noti. Apple prima di tutto, ma anche Samsung, Fitbit, Xiaomi e altri ancora, al momento mantengono la quasi totalità del mercato wearable.
Indipendenza, prima conquista dei wearable
Uno degli aspetti più interessanti di questo primo decennio all’insegna dei wearable è stata la progressiva indipendenza dei dispositivi. Su tutti, gli smartwatch nati come una sorta di telecomando per gli smartphone, oggi hanno conquistato un proprio ruolo auotnomo. In occasioni come sport o avventura, rivelandosi addirittura un valido sostituto.
Un destino al quale stanno guardando anche i veri protagonisti del settore, almeno a livello di numeri. Gli hearable, vale a dire auricolari e cuffie total wireless, diventano sempre più smart. A breve, sarà la regola poter contare su auricolari dotati di sensori in grado di leggere i parametri vitali, mentre la conduzione ossea diventerà la tecnologia principale di riproduzione audio.
Se nel 2015 questi dispositivi erano una parte praticamente trascurabile del mercato, nel 2022 hanno rappresentato da soli il 55% delle vendite.
Wearable resta sinonimo di smartwatch
Elemento rappresentativo e trainante dei wearable restano però gli smarwatch. IDTechEx prevede per la fine dell’anno un giro d’affari globale di 30 miliardi di dollari, dieci volte quello registrato nel 2014.
Una crescita più forte di qualsiasi ostacolo. Al contrario, la pandemia di Covid-19 ha impresso un’ulteriore spinta. La possibilità di tenere sotto controllo funzioni come frequenza cardiaca e la crescente attitudine a curare la salute, ne hanno fatto un prezioso alleato. In più, la pronta reazione di diversi produttori nell’inserire un sensore per la temperatura corporea, ha allargato ancora di più la platea.
La storia continua in buona salute
La storia del wearable è comunque ancora solo agli inizi. Mentre sul fronte smartwatch ci si sta preparando alla grande sfida su funzioni, come ECG, livello di ossigeno nel sangue, livello di glucosio, pressione del sangue, certificate di livello medico, anghe gli altri settori non stanno a guardare.
Per gli hearable, una grande sfida sarà sfruttare la biometria. Soprattutto però, un settore ancora praticamente nuovo si affaccia, quello dei cerotti smart e dell’abbigliamento smart. Patch da applicare sulla pelle per una lettura più affidabile dei parametri o tessuti in grado di integrare i sensori riducendo al minimo il fastidio di componenti rigidi, offriranno un quadro più completo del nostro stato di salute e dell’ambiente circostante, praticamente senza accorgersene.
Probabilmente, ricordando con un sorriso malinconico quei giorni dove tutte le sere era necessario metter in carica un ingombrante smartwatch con display monocromatico, sempre in difficoltà nel restare collegato a uno smartphone solo per ricevere notifiche.