Così le cuffie Dyson Zone portano una ventata di novità
Dall’aspetto decisamente insolito, le Dyson Zone abbinano alle tradizionali cuffie audio un vistoso sistema per filtrare l’aria
Più di una volta i prodotti Dyson hanno fatto parlare di sé. La combinazione di innovazione e relativo prezzo li rendono certamente tanto interessanti quanto non alla portata di tutti. Nel caso delle cuffie Zone però, la discussione va oltre.
Pensate per applicare gli storici punti di forza Dyson nella purificazione dell’aria a un dispositivo decisamente difficile da prevedere, questa volta la discussione ha coinvolto anche l’aspetto estetico. In passato altro fattore distintivo, nella circostanza sollevando diverse perplessità.
Anche tra gli addetti ai lavori nel mondo del design, le critiche non sono mancate. In sostanza, l’impressione è di aver sottovalutato l’impatto di una sorta di aspirapolvere applicato a una faccia. A meno, sospetto più che legittimo, di volerla prendere come una provocazione e voler far parlare di sé in un settore diverso da quello tradizionale.
Più di una novità infatti, le Zone sono definite una sorta di design “eccessivo” nella migliore delle ipotesi. Oppure, senza mezzi termini, relegandole a dispositivo adatto per chi si stente un Power Ranger.
L’innovazione non manca
In ogni caso, dal punto di vista della tecnologia, l’idea Dyson resta certamente interessante. Intanto, si parla comunque di cuffie. Inoltre, come affermato dall’azienda, in particolare è un primo passo nel mondo wearable.
Sotto questo punto di vista, le Dyson Zone vanno analizzate come tali. Considerata la ricerca dell’eccellenza tipica del marchio, c’è quindi da aspettarsi una qualità sopra la media.
Gli ingegneri hanno infatti sviluppato un sistema di cancellazione del rumore attiva dove la serie di microfoni utilizzata non può limitarsi a controllare il disturbo esterno ma anche il rumore generato dal motore delle due ventole inserite sui padiglioni per filtrare l’aria. Anche forma e adesione ai padiglioni auricolari sono stati calcolati in modo da contribuire all’isolamento.
Inoltre, aspetto questo originale, è stata presa in esame la considerazione tutto sommato banale, ma finora trascurata, di come ogni testa sia unica. Occasione utile per pensare al comfort in un modo nuovo. Una ricerca dettagliata sulle geometrie della testa e del viso ha permesso di misurare come le Dyson Zone si adatterebbero su forme diverse, ispirando la forza di serraggio dell’archetto, il design e i materiali della visiera e altre regolazioni.
Il risultato è un sistema progettato per distribuire il peso sui lati della testa, invece della parte superiore come succede di solito. Fonte di ispirazione è la sella curva sopra la spina dorsale del cavallo, distribuendo il carico attraverso il contatto a sinistra e a destra.
Tutta un’altra musica anche per le vie respiratorie
Il punto forte però, quello alla fine veramente sotto esame è la parte frontale. La maschera incaricata di portare alle vie respiratorie aria pulita, assicurando una respirazione normale e contrastando gli effetti dell’inquinamento diffuso. Impatto estetico a parte, difficile negare come in questo caso le Dyson Zone possano mettere in campo un’esperienza con pochi pari.
Frutto di sei anni di lavoro e diverse centinaia di prototipi, la versione finale prevede una coppia di compressori sui lati delle cuffie. Questi aspirano l’aria esterna, purificata attraverso filtri a doppio strato e incanalate verso naso e bocca attraverso la visiera.
Il vistoso design risultante è conseguenza della volontà di portare il flusso d’aria purificata più vicino possibile a naso e bocca, così da evitare che venga contaminato da venti trasversali esterni. Aspetto molto importante, il tutto senza contatto diretto con il viso.
Se qualcuno trovasse eccessivo il design definitivo, viene difficile immaginare come potrebbe aver definito il prototipo iniziale di un dispositivo simile a un boccaglio, abbinato a uno zaino per contenere il motore e i meccanismi interni. Il motore, inizialmente posizionato sulla nuca, è stato alla fine convertito in due compressori, uno per ogni padiglione auricolare.
L’arrivo sul mercato è previsto per l’autunno. Non è da escludere quindi ancora qualche ritocco alla versione definitiva. Per quanto riguarda il prezzo invece, difficle pensare a un valore non al d isopra della media, e neppure di poco.
Pubblicato il 7/4/2022