Al centro dell’ecosistema personale ci sono i wearable
Dalla trasformazione digitale in corso uscirà un ecosistema personale ricco di tecnologia, con nuove abitudini in un’ottica di servizio
La trasformazione digitale in atto ormai da qualche anno ha profondamente cambiato le abitudini quotidiane. Un processo tuttavia ancora lungo, dove le novità sono all’ordine del giorno, così come numerose sono le tecnologie pronte a trasformare la nostra vita in una sorta di ecosistema personale.
Una tendenza inquadrata bene da IDC nella recente ricerca Future Consumer, per individuare i dieci punti salienti di questa nuova era della tecnologia al servizio del consumatore finale. Non dovrebbe sorprendere più di tanto, una forte presenza del mondo wearable.
Prima di tutto, come a molti e in molti campi è già evidente, sta cambiando profondamente il modello di acquisto e uso. Sempre più orientati alla condivisione e alla modalità in abbonamento, si cercano sempre meno beni e servizi di proprietà esclusiva, alla ricerca di praticità e risparmio.
Un ecosistema personale ricco di wearable
Subito dopo però, nell’ecosistema personale entrano in gioco i dispositivi indossabili. La combinazione di smartphone, smartwatch e auricolari smart, o hearable che dir si voglia, è infatti sempre più la regola. La persona al centro di una sorta di rete su misura grazie al Bluetooh, alla ricerca di informazioni e comodità in ogni momento dellal giornata.
In questa visione, lo smartphone diventa una sorta di hub. Grazie alle app, alla durata della batteria e alla disponibilità di connessioni Bluetooth di ultima generazione affidabili e dal basso consumo, intorno a esso possono ruotare diversi dispositivi.
Dallo smartwatch per avere un controllo immediato sulle notifiche, ma anche sulla salute e sempre più spesso per l’attività fisica e lo sport più in generale. In prospettiva, con un occhio di riguardo anche per la salute, offrendo maggiore libertà a chi oggi si trova spesso costretto a casa per la necessità di avere sotto controllo parametri vitali in precedenza impossibili da monitorare in mobilità.
Per non parlare del grande successo degli hearable. Cuffie e auricolari Bluetooth sono ormai saldamente diventati i maggiori rappresentati dell’ecosistema personale. Di ogni forma, dimensione e colore, permettono di avere sempre a portata di orecchio la musica preferita ma anche di gestire chiamate a mani libere. O, semplicemente, accompagnare durante una corsa e una passeggiata.
Tra quelle messe in risalto da IDC, una tendenza destinata a espandersi, grazie alla pervasività del Wi-Fi e alla potenza del 5G. In pratica, dove c’è una possibilità di connettersi, aumentano le opportunità di accedere a nuove funzioni, dal lavoro allo sport fino al tempo libero.
Realtà virtuale e pagamenti le prossime tappe
Una spinta importante arriva anche dalla realtà aumentata. Metaverso a parte, la tecnologia cresce a prescindere, anche grazie agli aspetti precedenti. Visori più comodi e pratici, connessioni wireless e maggiore libertà d’uso aiutano a prendere confidenza con questa nuova tecnologia tanto affascinante quanto a volte un po’ preoccupante.
Un ruolo decisivo in questa direzione dipenderà dal futuro degli smartglasses. In attesa delle mosse dei grandi nomi, restano un perfetto candidato per combinare le emozioni di mondi virtuali con la concretezza della vita reale e poterla sfruttare anche fuori dagli scenari artificiali.
Anche se in Italia al momento i riscontri sono ancora limitati, IDC non ha dubbi circa la diffusione dei sistemi di pagamento digitali sfruttando smartphone, smartwatch e altre soluzioni. Una spinta importante in questa direzione si è rivelata la pandemia da Covid-19. Il timore nel trattare banconote e monete ha infatti dato un primo importante impulso.
Nel complesso sono quattro, su undici, i punti salienti del futuro ecosistema personale dove i wearable giocano un ruolo da protagonisti. Una tendenza quindi ormai segnata, dove però probabilmente non si parlerà di rivoluzione.
Tra i benefici di smartwatch e simili, la capacità di raccogliere consensi in modo spontaneo, favorendo quindi una diffusione graduale e mediamente più consapevole.
Pubblicato il 10/5/2022