Una maglietta smart in arrivo nel guardaroba dello sportivo
Il tessuto prossima frontiera dei wearable. Maglietta smart, scarpe e altro al servizio degli sport fuori dalla portata degli smartwatch
Il futuro degli smartwatch si prospetta decisamente roseo ancora per qualche tempo. Tra i pochi prodotti in grado di trarre benefici dalla pandemia quale strumento semplice per tenere sotto controllo la salute, ha potuto così godere di una spinta ulteriore in un periodo già favorevole.
I limiti però non mancano e per certi versi non sono da poco. Per questo, sulla scia del successo degli smartwatch crescono altre soluzioni per un mercato wearable sempre più variegato. Tra le più quotate per un arrivo sul mercato a breve, la maglietta smart.
Le prospettive più imporatnti in termini strettamente numerici non si limitano solo agli auricolari wireless. Come emerso da uno studio IDTechEx, c’è una sorta di ecosistema più ampio, ancora per buona parte da sviluppare.
Dove lo smartwatch non può arrivare
Tra le questioni più importanti, il confine dello smartwatch nell’attività fisica, il suo punto di forza. In tante discipline, indossarne uno è poco pratico per non dire rischioso. Partite di rugby, football o calcio non sembrano gli ambienti più adatti. Ma anche la bicicletta in estate o il nuoto presentano controindicazioni.
D’altra parte, l’interesse per avere comunque a disposizione i dati di un’attività fisica è comunque elevato. Da qui, la grande attenzione ai tessuti smart. Filati tradizionali, nei quali vengono inserite sottili fibre in grado di fungere da sensori e trasmettere i rispettivi valori allo smartphone, o a una piccola centralina inserita nel capo di abbigliamento.
Generalmente, si parla di magliette o canottiere, ma non mancano gli esempi di scarpe o altri indumenti tecnici.
In certi casi, grazie alla maggiore libertà di scelta nella posizione, con risultati superiori in termini di qualità dei dati rispetto agli smartphone. Tra i progetti pùi interessanti, per versatilità e qualità, si fa notare Nanoleq.
Vantaggi e limiti della maglietta smart
L’interesse è quindi elevato. Non mancano però, gli scogli ancora da superare. Prima di tutto, spesso la vestibilità non si è rivelata ottimale, a causa della rigidità risultante nel capo di abbigliamento. Inoltre, serve comunque una batteria e relativa centralina, le cui forme e dimensioni ottimali non sono ancora state trovate.
In particolare, serve una grande resistenza ad aspetti come usura, sfregamento, intemperie e lavaggi. Quanto di peggio si possa immagina per dei componenti elettronici. E per prodotti destinati al largo consumo, dove quindi il rezzo è un aspetto cruciale.
L’interesse, e il relativo potenziale, restano comunque alti. A livello pratico, il fastidio non può essere superiore di quello prodotto da un cardiofrequenzimetro con fascia, preferito allo smartwatch dove serve la massima affidabilità.
Meglio quini essere pronti a cambiare il punto di vista sui wearable. Presto infatti, con tutta probabilità si parlerà di maglietta e più in generale di abbigliamento smart esattamente come oggi si parla di smartwatch. A ben guardare, anche i primi modelli di orologi della nuova generazione venivano spesso guardati con sospetto perché ingombranti, non necessariamente belli e con autonomia molto limitata.
Pubblicato il 23/5/2022