Arriva watchOS 9.2 e Watch Ultra gioca al risparmio
Tanti i compromessi per raggiungere le sessanta ore di autonomia promesse dall’aggiornamento watchOS 9.2 per Apple Watch Ultra
C’è qualcosa di decisamente interessante nell’ultimo aggiornamento watchOS 9.2 da poco rilasciato per Apple Watch. In particolare, su Watch Ultra, la possibilità di raggiungere livelli di autonomia mai raggiunti in precedenza.
Naturalmente, per quanto riguarda gli smartwatch di casa Apple, storicamente in difficoltà da questo punto di vista, anche solo per la ricchezza delle funzioni disponibili, dal display sempre acceso, alle animazioni e tutto quanto riguarda il controllo della frequenza cardiaca.
Tante le novità di watchOS 9.2
Non è però solo questa la novità di watchOS 9.2. Una volta completata l’operazione sarà infatti possibile tra l’altro anche contare su una funzione originale nel tracciamento delle attività sportive, il confronto diretto con l’ultima prestazione, utile per avere un’idea sui progressi o le difficoltà a breve distanza di tempo.
Inoltre, per chi utilizza Airpods Pro o AirPods Max, la possibilità di vedere sul display l’attivazione e la modalità di intervento della cancellazione del rumore. Più in generale, sono promessi miglioramenti anche sulla precisione dell’interfaccia gestuale. Infine, passi avanti promessi anche per la recente funzione di rilevamento degli incidenti in automobile.
Gli interventi per l’autonomia restano però quelli più interessanti. Segnali prima di tutto di una consapevolezza dei limiti esistenti in Apple Watch e della volontà di trovare una soluzione senza snaturare il wearable più apprezzato al mondo.
Tempo di risparmio energetico
In pratica, si tratta di un’estensione della modalità Risparmio energetico. Importante precisare, si parla sempre di Watch Ultra. L’obiettivo è una gestione più attenta di tutti componenti, intervenendo in modo da ridurne il consumo in modo non eccessivamente vistoso, ma raggiungendo nell’insieme un obiettivo significativo.
Partendo dai moduli più esigenti, come il GPS e un eventuale connessione LTE. Per arrivare a trentasei ore di autonomia, comunque sempre ben lontano dalla media dei modelli simili per caratteristiche, sono calcolati in media 180 controlli dell’ora, altrettante notifiche, novanta minuti di uso delle app e sessanta minuti di allenamento con riproduzione di musica via Bluetooth.
Il risultato è frutto di test condotti con smartwatch collegati per otto ore complessive a una rete LTE e per 28 ore complessive a un iPhone via Bluetooth, in un arco di 36 ore.
Per chi ha bisogno di spingersi oltre, è addirittura possibile arrivare a sessanta ore senza bisogno di ricarica. Come prevedibile, con qualche compromesso in più. Importante infatti ricordare come gli interventi di watchOS 9.2 siano esclusivamente a livello software.
Per raggiungere l’obiettivo non bisogna superare le quindici ore di allenamento, i seicento controlli dell’ora, ridurre a trentacinue minuti l’uso delle app, non più di tre minuti di conversazione e quindici ore di monitoraggio del sonno. Il punto saliente, tutto questo nel giro delle sessanta ore
Questo si ottiene attivando la modalità Risparmio energetico. Dove si parla di schermo sempre acceso naturalmente disabilitato, ma anche di sospendere la lettura della frequenza cardiaca, aspetto delicato durante un allenamento o una competizione. Discorso analogo per livello di ossigenazione nel sangue e connessioni Wi-Fi ed LTE. Anche le notifiche possono essere meno frequenti e comunque ritardate. Probabilmente minore invece l’impatto di disattivare i promemoria per il movimento.
Pubblicato il 16/12/2022