Con i Wireless AR Glass Xiaomi fa sul serio nel mondo virtuale
Il prototipo Xiaomi Wireless AR Glass è una via di mezzo tra smartglasses e visore, ricco di interessanti novità e povero di applicazioni
Non si è esaurita con gli annunci ufficiale, la presenza Xiaomi al MWC 2023. In un annuncio dedicato, l’azienda ha infatti sancito il proprio ingresso nel mondo della realtà virtuale, con relative ambizioni nel metaverso. Al momento, Wireless AR Glass è ancora un prototipo, con alcuni aspetti però già decisamente interessanti.
Prima di tutto, la forma scelta per il wearable. Anche se le linee richiamano a degli smartglasses, le dimensioni fanno più pensare a una inedita via di mezzo con i visori. Anche se la descrizione porta a ritenere si tratti più un dispositivo per la realtà aumentata, quindi più vicino a degli occhiali, alcuni elementi, come la serie di sensori, porta più ad avvicinarli a strumento per la realtà virtuale.
Smartglasses, visore, o una via di mezzo?
Al momento, le certezze riguardano soprattutto le caratteristiche tecniche. A partire dall’architettura Snapdragon Spaces, al servizio di un display Retina in grado di adattarsi alla luminosità ambientale. La comunicazione wireless con lo smartphone a supporto si affida a una serie di sensori per leggere i movimenti, liberando l’utente da ogni controller.
In 126 grammi, non esattamente un peso pima se si parla di smartglasses, in linea invece con i visori, Wireless AR Glass sfrutta un sistema di comunicazione proprietario Xiaomi a bassa latenza di 3 ms tra smartphone e occhiali, insieme a una connessione wireless con latenza di collegamento di 50 ms, paragonabile alle soluzioni cablate.
Gli occhiali AR sono realizzati in lega di magnesio-litio, parti in fibra di carbonio e una batteria anodica al silicio-ossigeno sviluppata in proprio. Dall’analisi di decine di migliaia di campioni di dati di tracciamento, si è arrivati a ottenere una calibrazione ritenuta ottimale, tenendo conto di dettagli come il baricentro, la distanza tra le gambe, l’angolazione, l’appoggio del naso e altri fattori.
Le curiosità non mancano
Xiaomi si è concentrata molto sul proiettore per la realtà aumentata, vero punto strategico. Sfruttando un modulo ottico free-form che comprende una coppia di schermi MicroOLED, dei prismi free-form guidano la luce per ottenere una visualizzazione adeguata delle immagini ed eseguire una complessa rifrazione della luce stessa in un volume limitato. Il contenuto visualizzato sullo schermo viene così riflesso da tre superfici all’interno dei prismi di guida della luce, ottenendo una presentazione finale davanti agli occhi dell’utente.
Particolare anche il sistema di riconoscimento dei movimenti. La direzione è orientata dalla seconda articolazione del dito medio, mentre la seconda articolazione dell’indice rappresenta la direzione verso l’alto. Se combinato con le aree circostanti, forma un tasto direzionale a quattro direzioni per le operazioni di movimento di base. Inoltre, le nocche funzionano in modo simile al metodo di input cinese a nove tasti, consentendo l’inserimento di testo attraverso il tocco del pollice nell’area delle dita. Lo scorrimento del pollice sull’indice viene utilizzato per entrare e uscire dalle applicazioni. In futuro, si punta ad abilitare le operazioni di scorrimento e di tocco attraverso il movimento casuale del pollice sul palmo.
L’utilità si fa attendere
Per quanto innovativo, il vero nodo di questi dispositivi resta la reale utilità. La prima risposta Xiaomi passa per applicazioni popolari come TikTok e YouTube, dove si può ottimizzare l’utilizzo dell’area di visualizzazione degli occhiali, trasformandoli essenzialmente in un grande schermo portatile. Inoltre, la funzionalità AR consente di posizionare le applicazioni più note in qualsiasi punto dello spazio di visualizzazione e di regolare le dimensioni dell’interfaccia utilizzando gesti.
Più curiosi invece, movimenti come afferrare virtualmente uno schermo, anche di un comune televisore, e di continuare a guardarlo sugli occhiali. Oppure, per esempio, quando si guarda una lampada, si può utilizzare i gesti per fare clic su un pulsante virtuale e accendere o spegnere la lampada.
Per quanto è dato sapere al momento, difficile pensare ancora a qualcosa di realmente rivoluzionario. Se la tecnologia è certamente interessante, almeno tanto quanto la volontà Xiaomi di salire al rango di innovatore, all’atto pratico rimangono tutti i dubbi su una reale utilità diffusa di soluzione come i Wireless AR Glass.
Pubblicato il 1/3/2023