Così Vision Pro cambierà il mondo, ma non subito

Così Vision Pro cambierà il mondo, ma non subito






Oggi, Vision Pro inquadra una realtà virtuale anche fuori dal visore. Serviranno anni per capire se e come sarà una vera rivoluzione

Comunque la si pensi, Il visore Apple ha sicuramente raggiunto l’obbiettivo di portare la realtà virtuale al centro dell’attenzione. Traguardo raggiunto solo in parte anche da Meta con l’annuncio altrettanto enfatizzato del metaverso, tuttora in un limbo pieno di incertezze.

Sicuramente, Vision Pro paga qualche difetto di gioventù più del necessario per gli standard Apple, a partire dalla brutta fascia superiore occultata in fase di annuncio e soprattutto dello scomodo battery pack esterno per un’autonomia di due ore. Per non parlare del prezzo quasi provocatorio di 3.500 dollari.

Visione a lungo termine

C’è però anche un altro punto di vista, quello analizzato da Counterpoint, più lungimirante. Più dei risultati immediati, Vision Pro andrà giudicato nel lungo periodo, anche per l’impatto sul settore. Sostituire gli smartphone è tanto ambizioso quanto difficile. Guardando al passato, appare però anche probabile che questo avvenga. La strada sarà quindi lunga ed Apple non intende perdere tempo e provare a guadagnare terreno prezioso accumulando esperienza diretta sul campo.

Certamente, partire con un dispositivo dal costo di circa dodici volte rispetto a un buon visore entry-level, non appare incoraggiante. A oggi, l’obiettivo dichiarato di vendere mezzo milione di Vision Pro nel primo anno, appare più di un’impresa.

La convinzione Apple resta però saldamente sul lungo periodo. Un primo vero bilancio richiederà infatti dieci anni secondo l’azienda. C’è quindi da aspettarsi una serie di novità non da poco, oltre ad avere la garanzia di un progetto nato per durare.

D’altra parte, giustificare otto anni di lavoro e oltre cinquemila brevetti richiede un certo tempo. L’accoppiata di processori M2 e il dedicato R1 segna già un prima svolta nell’approccio alla realtà virtuale, e probabilmente sarà solo l’inizio.

Questo permette tra l’altro di alzare di livello la qualità del display e di conseguenza il vero senso di un visore, la sensazione di realismo e la possibilità di immergersi nella realtà circostante arricchita o in quella ricostruita.

Il potenziale è davanti agli occhi di tutti

Alcuni accorgimenti, come la scansione del volto per creare un avatar più realistico durante le riunioni, sono sicuramente frutto di un hardware e un’integrazione tra i componenti di livello superiore. Il tracciamento dei movimenti, occhi compresi, è garanzia di quanto possa essere Vision Pro ad adattarsi all’utente e non viceversa. Sicuramente, più realistico di dover utilizzare dei controller aggiuntivi.

Una prima importante verifica si avrà, presumibilmente nel giro si sei mesi, quando gli sviluppatori avranno preso piena conoscenza di Vision Pro e saranno in grado di proporre applicazioni dedicate, non più trasportando quelle esistenti. Soprattutto, esplorando nuovi orizzonti oggi irraggiungibili con le soluzioni in commercio.

Su peso, dimensioni e soprattutto batteria esterna, c’è oggettivamente tanto lavoro da fare. Importante ricordare, si tratta comunque di una prima versione, di un prodotto neppure tanto diffuso. Sicuramente meno di quanto fosse lo smartphone all’arrivo di iPhone.

A oggi, resta comunque difficile pensare di sostituire il telefono con un visore. Più probabile, iniziare a conquistare gli utenti un passo per volta, partendo da qualcosa diventato molto più comune negli ultimi ani. Oggi, appare naturale infilarsi grosse cuffie per ascoltare musica in movimento, oppure in versione on microfono per partecipare a una riunione.

Pensare di farlo con un visore può far sorridere, ma di questo se ne riparlerà tra qualche anno. Conoscendo Apple, anche prima del previsto.

Pubblicato il 21/6/2023


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