Wearable e telemedicina pronti a venire in soccorso della Sanità
Sempre più diffuso il gradimento nei confronti dei wearable utili a sfruttare la telemedicina, senza timore di condividere i dati
Le telemedicina è uno dei campi di applicazione più promettenti per i wearable quando si parla di salute, ma soprattutto un ottimo strumento per risolvere tanti problemi della Sanità. Per sfruttare a dovere però la praticità e convenienze delle visite da remoto, servono diverse condizioni.
Prima ancora della tecnologia però, bisogna partire da un aspetto molto più concreto, la disponibilità di pazienti e personale sanitario ad adottarla, con tutte le relative implicazioni. Dalla necessità di imparare a usare strumenti e procedure nuove, fino alla disponibilità di cambiare un tipo di rapporto molto delicato dal punto di vista umano.
I wearable e la telemedicina fanno la differenza
Secondo Software Advice, la situazione è sicuramente migliore di quanto si possa credere. I timori e le perplessità tipiche di una novità di tale portata sembrano infatti essere in discesa. Una ricerca sui dati interni ha infatti permesso di confermare come, l’87% dei pazienti sia maggiormente disposto, in caso di possibilità di scelta, a farsi seguire da un medico favorevole all’utilizzo dei wearable nei protocolli di cura.
Si tratta di valori globali, dove di conseguenza è facile immaginare a un peso importante della situazione ancora più evoluta nel Nord America. Non c’è però ragione di dubitare sul fatto che sia solo una questione di tempo prima di vedere anche Europa e Italia allineate su queste cifre.
Inoltre, altro aspetto molto importante il 91% dei pazienti non ha problemi a condividere con il proprio medico i dati registrati da un wearable personale pur di sfruttar ei vantaggi della telemedicina. Segnale ancora più interessante, in crescita rispetto al 56% di solo un paio di anni fa.
Grandi attese e qualche timore
La confidenza ormai acquisita con i wearable porta anche altri vantaggi legati alla telemedicina. Il 78% si dice pronto a seguire attività prescritte in seguito alle analisi dei dati condivisi, mentre il 76% è anche convinto dell’utilità di esaminare insieme i dati registrati durante una visita.
Oggi si parla prevalentemente di un aiuto nelle problematiche cardiache, la respirazione o i disturbi del sonno. Dalla ricerca Software Advice, è però facile trovare nuovi stimoli per accelerare lo sviluppo in direzione di altri traguardi importanti, come il supporto al diabete o problemi di pressione.
Al momento, gli scettici sono sempre di meno. Solo il 9% infatti si dichiara totalmente contrario all’uso dei wearable in telemedicina, con relativa condivisione dei dati personali, anche se il 41% manifesta preoccupazione per eventuali furti di dati. C’è da considerare infine, anche un 37% che coltiva ancora qualche dubbio sull’affidabilità.
Pubblicato il 2/11/2023