Il tatuaggio tattile, anteprima dei display del futuro
Piccolo e sottile, il tatuaggio tattile dell’ITT aiuterà prima di tutto a ritrovare il senso, ma in futuro potrà cambiare i display
Tutti e cinque i sensi sono elementi fondamentali nella vita di tutti i giorni. Anche solo dover rinunciare parzialmente a uno di loro, è fonte i problemi quotidiani. Nella maggior parte dei casi, prima o poi ci si trova a dover fare i conti con vista e udito, verso i quali non mancano i rimedi. Più difficile invece, dedicarsi ai meno frequenti, ma ugualmente sgradevoli, problemi al tatto. A rimediare, ci ha pensato l’Istituto Italiano di Tecnologia, con wearable dalle dimensioni estremamente ridotte e soprattutto sottile, una sorta di tatuaggio tattile, molto interessante anche per i potenziali sviluppi.
Il risultato è frutto dell’impegno del Center for Materials Interfaces della realtà pisana. Replicare artificialmente le sensazioni tattili significa tra l’altro riprodurre quegli stimoli sensoriali dimenticati nelle persone che hanno subìto un’amputazione e in genere utilizzano un arto robotico, ma anche aumentare la precisione e la destrezza nella conduzione di robot a distanza, o ancora fornire informazioni a persone non vedenti attraverso i cosiddetti Display Braille.
In uno scenario decisamente meno critico, si può pensare a una nuova generazione di interfacce per ambienti virtuali e nel gaming. Un potenziale strumento in più per dare vigore a quel settore della realtà virtuale ancora alla ricerca del giusto stimolo.
Una seconda pelle elettronica
La definizione di tatuaggio tattile è giustificata prima di tutto dallo spessore raggiunto dai ricercatori. Si parla infatti di pochi micrometri, vale a dire pochi millesimi di millimetro, meno delle più comuni smart patch, in grado generare una spinta sulla pelle di chi lo indossa, utile a percepire quindi un tocco.
Il risultato è un primo passo nella ricerca. Si parla infatti di un singolo punto tattile. Abbastanza però, per indurre gli ingegneri a lavorare sull’implementazione di veri e propri display costituiti da diversi pixel tattili, chiamati taxels, attivabili indipendentemente uno dall’altro, e che permetteranno di riprodurre sulla pelle lettere, numeri e pattern direzionali e dinamici. Per certi versi, una versione più evoluta e sofisticata di quel Ai Pin del quale si è tanto parlato nei giorni scorsi.
Al momento però, l’attenzione resta concentrata sul modello del tatuaggio tattile. Simile a quelli utilizzati dai bambini, è rimovibile, poco ingombrante e facilmente indossabile. Soprattutto, in grado di generare una forza molto localizzata, capace di restituire una sensazione tattile sulla pelle alla quale il dispositivo aderisce perfettamente.
i display indossabili del futuro
Per i più appassionati di tecnologia, il dispositivo è basato sul principio di attuazione elettro-termo-pneumatica, vale adire riscaldare elettricamente, in modo veloce e molto localizzato, un piccolo volume d’aria racchiuso tra due pellicole molto sottili. Espandendosi, l’aria genera forze e spostamenti sulla pelle posta a contatto, producendo la sensazione tattile. Grazie al ridottissimo spessore, il tatuaggio risulta essere praticamente impercettibile una volta trasferito sulla pelle, aspetto fondamentale per la potenziale applicazione finale come display tattile.
A differenza della maggior parte di altri dispositivi studiati e proposti finora per generare sensazioni tattili tramite forze e deformazioni, questo è inoltre in grado di funzionare alimentato direttamente da una piccola batteria, a basse tensioni, garantendo la completa sicurezza per chi lo indossa.
Secondo i ricercatori Arianna Mazzotta e Virgilio Mattoli, i risultati dei test preliminari del tatuaggio tattile si sono mostrati molto promettenti in termini di funzionalità, suggerendo l’evoluzione come possibile nuovo standard nella fabbricazione di display tattili leggeri, portatili e a basso consumo energetico.
Pubblicato il 30/11/2023