Le ambizioni Bose per una musica sempre impeccabile
Un brevetto Bose sfrutta i microfoni degli auricolari per individuare potenziali accumuli di cerume e relativi problemi di ascolto
Nell’utilizzo ormai abituale di auricolari in ear, c’è un problema del quale nessuna azienda si è ancora preoccupata. Anche solo perché nessuno l’ha mai fatto presente, neppure tra gli utenti. Dopo qualche tempo di utilizzo, con la presenza a stretto contatto con l’interno dell’orecchio, l’accumulo di polvere e cerume rischia seriamente di compromettere la qualità di ascolto. La prima a muoversi in questa direzione è Bose, con un interessante progetto in fase avanzata, arrivato a una richiesta di brevetto negli USA.
Per quanto poco gradevole, il problema del cerume negli auricolari esiste e va preso in considerazione. Uno di quei fattori di degrado della qualità molto graduali, dei quali di conseguenza si fatica ad accorgersene o a individuarne le cause.
Un ascolto non sempre pulito
In genere, non si va oltre una occasionale pulizia a secco con un fazzoletto o al massimo qualche prodotto detergente, da usare sempre con molta attenzione. In pratica però, igiene a parte, sul fronte della resa sonora l’impatto è praticamente nullo, se non peggiora addirittura la situazione, spingendo il materiale a fondo nelle cavità di diffusori e microfoni.
Proprio da qui parte la ricerca Bose non solo all’innovazione ma esattamente al cerume. L’idea è sfruttare la sensibilità dei microfoni combinata a sensori di movimento per analizzare la qualità del suono riprodotto e riconoscere i disturbi collegabili a una potenziale otturazione parziale.
Ampiezza e frequenza del segnale permettono di riconoscere il problema con la dovuta precisione. Confrontati a valori standard, un algoritmo aiuterà a inquadrare meglio la situazione. Quando cioè l’impatto sia ancora trascurabile e quando invece può essere necessario intervenire con una pulizia più accurata.
Dagli apparecchi acustici agli auricolari, il passo sarà breve
Al momento, una tecnologia pensata prima di tutto per gli apparecchi acustici. Dai dettagli, e dall’offerta Bose, non appare alcuna ragione perché una soluzione in grado di rilevare un eccesso di cerume non debba essere applicata anche all’offerta di auricolari, smartglasses, visori e ogni altro dispositivo audio a contatto con l’orecchio.
Se portata sul mercato, si tratta infatti di una novità sicuramente interessante, in grado di migliorare la qualità di riproduzione sonora nel tempo e allungare la durata in vita di un dispositivo. Come protagonista nella fascia alta di mercato, per Boe si tratterebbe di un indiscusso ulteriore fattore distintivo.
Ci sarebbe solo un aspetto da aggiungere. Al momento Bose parla solo di come individuare un potenziale eccesso di cerume, ma non indica una corretta procedura la relativa pulizia. Situazioni dove il fai date potrebbe rivelarsi ancora più pericoloso di una qualità di ascolto compromessa.
Pubblicato il 7/3/2024