Il VO2 max, prezioso per lo sport, utile per tutti

Il VO2 max, prezioso per lo sport, utile per tutti

Sempre più smartwatch permettono di calcolare anche il valore VO2 max. Dato prezioso, non solo agli sportivi

Sempre più spesso, tra le funzioni presenti sugli smartwatch è facile trovare anche la stima del massimo livello di ossigeno nel sangue, il VO2 max. Da non confondere con il livello istantaneo, la saturazione, è un importante indicatore soprattutto per chi pratica lo sport.

D’altra parte, probabilmente anche uno dei meno conosciuti e sfruttati, in particolare da chi si limita a un’attività meno intensa. È però comunque sempre interessante provare a capirne di più.

Il VO2 max indica il consumo di ossigeno dell’organismo, espresso in millilitri per chilogrammo e calcolato al minuto. In pratica, definisce il livello cardiorespiratorio e aerobico personale, vale a dire la capacità dell’organismo di distribuire l’ossigeno raccolto dai polmoni attraverso la respirazione in tutte le parti del corpo e poterlo così trasformare in energia immediata.

Alla ricerca della massima potenza

Tanto più il valore è elevato, tanto migliore in linea di massima è la salute. Più in generale, dipende anche dall’età e dallo stile di vita. Per chi insegue le prestazioni, conoscerlo e monitorarlo è utile a tenere sotto controllo abitudini, prestazioni sportive o anche solo l’esercizio fisico, non necessariamente orientato alla competizione. È inoltre prezioso per chi intende sviluppare piani di allenamento personalizzati.

Per misurare il VO2 max all’istante, quindi non a posteriori correlato all’analisi del sonno, abitualmente è necessario un test metabolico durante un esercizio sotto sforzo, in genere effettuato su un tapis roulant. Gli smartwatch più evoluti, sono però in grado di rispettare le indicazioni del protocollo Firstbeat per rilevare automaticamente il valore anche durante le attività di cammino  corsa o bicicletta.

Una soluzione generalmente proprietaria, sviluppata tra i primi da Garmin. Secondo i test condotti dall’azienda, accurato al 95% rispetto alle misurazioni di laboratorio. Un calcolo eseguito grazie a una combinazione di informazioni storiche personali e dati raccolti durante le attività sportive.

Tra questi, i dati raccolti dagli altri sensori di uno smartwatch, a partire da frequenza cardiaca e numero dei passi. In particolare, i dati relativi alla velocità di movimento e al battito cardiaco permettono di calcolare quanto duramente il proprio corpo stia lavorando per produrre la prestazione.

Passo dopo passo, sempre più preciso

Per quanto riguarda Garmin, una sorta di algoritmo sviluppato su principi di intelligenza artificiale già in tempi non sospetti. Vale a dire, più si utilizza lo smartwatch più la stima diventa precisa, con il riconoscimento automatico di soste e ripartenze e filtrando opportunamente i valori valutati come non affidabili.

Per capire meglio quale sia il valore più indicato per la propria situazione, è utile rifarsi a delle tabelle sviluppate da The Cooper Institute  e adottate dalla stessa Garmin, distinte per sesso, età e attività.

Come facile prevedere, i margini di miglioramento del VO2 max sono maggiori quando la condizione fisica risulta essere ai livelli inferiori. Con il tempo e l’allenamento, ci si avvicina al proprio valore di soglia e quindi diventa più difficile registrare progressi. In questi casi, l’impegno diventa riuscire a mantenerlo.

I benefici di aumentare il proprio VO2 max non si hanno solo nello sport. Quando la capacità totale di effettuare uno sforzo aumenta, anche  attività quotidiane di routine come salire le scale, pulire la casa o prendersi cura dei propri affari richiedono uno sforzo ridotto. In altre parole, anche le incombenze quotidiane costeranno di meno e la vita sembrerà più semplice.

Pubblicato il 10/5/2024

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