La realtà virtuale va d’accordo con la psicologia

La realtà virtuale va d’accordo con la psicologia

Passo avanti della psicologia digitale grazie alla realtà virtuale per sedute più coinvolgenti, accorciando i tempi di soluzione dei problemi

La vera rivoluzione della telemedicina va oltre le pur sempre utili possibilità di visite e diagnosi a distanza. Più in generale si parla di un metodo del tutto nuovo di guardare alla Sanità, nell’interesse di pazienti e  operatori, con importanti benefici per l’intero sistema.

Un ottimo esempio arriva dalla psicologia, dove da tempo è già la regola sfruttare il Web per sedute a distanza. Un passo in più, è infatti alle porte grazie alla realtà virtuale, aumentando il coinvolgimento diretto tra paziente e specialista, e quindi l’efficacia di un intervento, aiutando a immergersi nelle situazioni critiche prima di affrontarle direttamente.

Una marcia in più per la psicologia digitale

La nuova opportunità si deve a IDEGO, società italiana impegnata nello sviluppo di software immersivi per il mental health, con lo scopo di cambiare l’approccio alla disciplina e supportare professionisti, cliniche, ospedali e centri di ricerca. Tra le prime realtà ad adottare la soluzione, l’Università degli Studi Niccolò Cusano, con un master di II livello in Psicologia Digitale.

Un percorso di studi al termine del quale lo specialista in psicologia potrà contare anche sulla E-Therapy, l’uso della realtà virtuale quale supporto funzionale alla meditazione, l’utilizzo degli strumenti tecnologici per migliorare il trattamento di fobie, neuromarketing, comprendere le dinamiche legate ai social media ove ci si trovi a trattare pazienti dipendenti da queste piattaforme, i videogame e serious game, l’apprendimento digitale (blended teaching), biofeedback e neurofeedback.

Primo passo per affrontre la realtà

I primi risultati sono incoraggianti. Nella psicologia la realtà virtuale permette di creare un ottimo ingaggio e non solo per il carattere innovativo del percorso. Il tema centrale resta, infatti, l’accettabilità della terapia: dover affrontare per esempio la paura dei cani o dell’aereo in un contesto come quello della realtà virtuale è più accettabile. Le persone sono meno intimorite e, di conseguenza, apprezzano questo approccio.

Altro aspetto importante, i tempi del percorso clinico si accorciano, perché si possono affrontare più rapidamente delle situazioni stressanti in un contesto protetto.

Pubblicato il 25/6/2024

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