Vision Pro alla ricerca di nuove strade, meno intriganti ma più battute
Le difficoltà di Vision Pro inducono Apple a studiare una versione più economica da affiancare all’originale, in arrivo per l’anno prossimo
Tra le questioni politiche e i rapporti commerciali, non sempre le prime hanno la meglio. Se sul fronte della diplomazia il rapporto tra USA e Cina non è al momento tra i più amichevoli, questo non impedisce a Apple di puntare proprio sul principale Paese asiatico per rilanciare la sfida Vision Pro.
Insieme a Giappone e Singapore, è infatti proprio la Cina il nuovo banco di prova per l’ambizioso visore. Nel pieno rispetto delle tradizioni Apple, un lancio in grande stile. Da non escludere, una mossa anche per trovare un nuovo slancio al dispositivo, dopo un’accoglienza non proprio in linea con le attese, e non solo per il prezzo.
Praticità, autonomia e un raggio d’azione limitato si stanno infatti rivelando ostacoli più grandi del previsto. Per questo, uno dei primi interventi in vista di una seconda versione sarà proprio trovare nuovi spazi. Probabilmente meno scenografici, ma sicuramente più redditizi.
Lo sguardo Apple è attualmente rivolto al mondo aziendale, dove c’è maggiore capacità di spesa ma anche più possibilità di proporre soluzioni dedicate e trovare così spazi più adeguati per lo Spatial Computing.
Anche perché difficilmente Vision Pro ricalcherà le orme di iPhone e Watch, anche loro partiti con qualche difficoltà ma poi arrivati a diventare parte del corredo ordinario di milioni di persone.
Alla ricerca di un ruolo da protagonista
Vision Pro deve prima di tutto trovare una collocazione ideale. Dove per conquistare un largo pubblico è necessario portare un’innovazione utile nella vita di tutti i giorni a accessibile a una buona parte. A tutt’oggi non può essere considerato tale un oggetto che ricopre buona parte della faccia e ha un’autonomia limitata.
Per questo, il primo obiettivo Apple è al momento mettere a punto una versione di Vision Pro più abbordabile, senza svalutare l’originale. L’obiettivo è scendere a un prezzo compreso tra 1.500 dollari e 2.000 dollari, comunque diverse volte più della concorrenza, dalla quale è quindi indispensabile distinguersi in modo netto e riuscire a trasmetterlo al mercato.
In tempi anche piuttosto ristretti. La scadenza indicata dalle indiscrezioni è il 2025. Si tratta di qualcosa che deve per forza di cose essere già in fase avanzata di progettazione. I primi interventi riguardano un chip meno potente ma più economico – si parla anche di affidarsi ad iPhone per le operazioni di calcolo -, una resa leggermente inferiore del display, ma probabilmente anche la capacità di vedere in trasparenza. In pratica una realtà aumentata un po’ meno realistica e un po’ più visore inteso in senso tradizionale.
La storia di Vision Pro è appena iniziata
Questo non significa però abbandonare il progetto originale. Apple crede sempre in un Vision Pro ai massimi livelli, anche solo per difendere il ruolo di guida nel settore, ed è al lavoro per una seconda versione, anche questa in arrivo per il 2025.
Il futuro del visore sembra quindi assicurato, almeno dal punto di vista dell’evoluzione. Resta sempre un po’ più in disparte invece, il progetto smartglasses, ufficialmente attivo, ma dai tempi più incerti. Dopo il recente calo di attenzione verso la prospettiva di proporre un’automobile a marchio Apple, un accantonamento del progetto non è più da escludere.
Un’indicazione interessante si avrà comunque tra poche settimane, quando Vision Pro arriverà ufficialmente in Europa. Anche se l’Italia non sarà tra i protagonisti, i riscontri di Germania, Francia e Gran Bretagna, protagoniste nella circostanza insieme a Canada e Australia, aiuteranno a capire se lo Spatial Computing avrà un futuro immediato o dovrà invece adattarsi.
Pubblicato il 4/7/2024