Pixel Watch 3 si fa in due e torna a scommettere su Fitbit

Pixel Watch 3 si fa in due e torna a scommettere su Fitbit

Dietro due dimensioni e novità interessanti sulla configurazione, nei Pixel Watch 3 torna in primo piano la qualità delle funzioni Fitbit

Nel pieno dell’estate, almeno di quella italiana intesa in senso classico, Google ha rilanciato ancora una volta la sfida dei propri principali prodotti consumer. Insieme alla rinnovata sfida dello smartphone Pixel 9, sempre alla ricerca di un ruolo di peso nel settore, anche l’atteso Pixel Watch 3.

Anche in questo caso, con un divario da colmare rispetto ai rivali. Non tanto la sempre irraggiungibile Apple, quanto i più abbordabili Samsung e Xiaomi tra gli altri, nel tentativo di bilanciare meglio anche il confronto diretto in casa con quei Fitbit di recente un po’ troppo trascurati e sfruttati soprattutto come serbatoio di utenti, tecnologia e dati.

Le novità di Pixel Watch 3 tuttavia non mancano. A prima vista, difficile possano permettere di competere direttamente con i protagonisti attuali del settore, ma le premesse per l’inizio di un percorso di avvicinamento non mancano.

Prima vera sfida, il prezzo

Difficilmente, la leva sarà il prezzo. Le ambizioni Google infatti, si traducono in un collocamento immediato nella fascia alta. Per la versione più semplice, il modello con diametro da 41 mm, serviranno 399 euro, cento in meno per l’opzione più grande da 45 mm. Per chi invece preferisce la configurazione LTE con eSIM integrata, si parla rispettivamente di 499 euro e 549 euro.

Una sfida sicuramente impegnativa, dove però a Pixel Watch 3 non mancano alcune carte interessanti da giocare. A partire proprio dalla possibilità di scegliere tra due varianti per le dimensioni della cassa rotonda. Dal punto di vista estetico, con un lavoro sicuramente pregevole per sfruttare al meglio la superficie disponibile al servizio del display e confermando il piacevole effetto di continuità tra vetro di protezione e cassa, eliminando di fatto la giuntura della corona.

La novità Actua per mettersi in luece

Lo stesso display è uno degli elementi interessanti. Anzi, probabilmente uno dei punti di forza individuati da Google. Anche solo a scopo di marketing, l’impegno dei progettisti ha portato a sviluppare Actua, soluzione in grado di portare a 2.000 nit la luminosità. In termini concreti, ben più di Apple Watch e i Samsung Galaxy, utile soprattutto in condizioni di forte esposizione alla luce diretta. D’altra parte, con la possibilità di regolare l’impostazione automatica per scendere fino a 1 nit in situazioni dove è utile una certa discrezione.

Inoltre, questo ha permesso di ridurre la cornice, come negli smartphone, lo spazio solitamente inutilizzato tra schermo e profilo della cassa, in genere risultato dell’ingombro complessivo di tutta l’elettronica del caso. Secondo quanto dichiarato, il risultato interessante di Pixel Watch 3 è un 40% di schermo in più rispetto ala versione precedente, anche se nel confronto diretto con la variante da 41 mm si scende a un 10% comunque significativo di una questione aperta.

Questo però porta anche a una controindicazione. Display più grandi e luminoso significa anche maggiori consumi. Al riguardo, non si registrano particolari passi in avanti. Anzi, in realtà l’affermazione Google di coprire il fabbisogno giornaliero si scontra con la media ben superiore, di almeno diversi giorni se non una settimana, di altri pretendenti. Per sfruttare l’analisi del sono senza una ricarica serale, è infatti necessario affidarsi alla modalità di risparmio energetico, rinunciando quindi a buona parte delle funzioni più utilizzate in uno smartwatch.

Pronto per iniziare la corsa

Attualmente, dal punto di vista delle funzioni, non ci sono particolari novità in arrivo sul mercato. In attesa di novità significative sul fronte salute, anche Google di conseguenza, come d’altra parte i rivali, si concentra quindi su sport, attività fisica e benessere in generale. Andando quindi relativamente sul sicuro grazie al bagaglio di conoscenze Fitbit.

Il risultato Pixel Watch 3 sono tre strumenti. Prima di tutto una nuova veste per la funzione Recupero giornaliero. Un algoritmo pensato per tenere traccia e analizzare i principali parametri biometrici di recupero del corpo, come la frequenza cardiaca a riposo, la variabilità della frequenza cardiaca (HRV) e il sonno recente. In realtà, niente di nuovo, dove la sfida è combinare questi dati in modo più approfondito per indicare quando e quanto il proprio organismo sia pronto per affrontare un allenamento, anche ogni giorno.

Carico cardiaco si occupa invece di monitorare meglio l’allenamento. Tiene traccia dello sforzo e dell’intensità durante l’attività e nel corso della giornata, e anche delle tendenze nel tempo, per aiutare a capire come regolare meglio i livelli di sforzo.

Infine, Carico target rappresenta un obiettivo personalizzato per l’allenamento, ricevuto ogni mattina. È in sostanza il risultato della combinazione di tutti i dati e delle analisi, tenendo conto del Carico cardiaco recente e della prontezza, così da bilanciare impegno e recupero e mettendo le basi per una programmazione degli allenamenti. Sia in generale sia in vista di un obiettivo o un evento.

Il ritorno non scontato di Fitbit

Il tutto, mettendo in campo espressamente le tecnologie Fitbit, dalle quali si ricava il Riepilogo mattutino, con una sintesi giornaliera consegnata al polso al momento del risveglio. Include il sonno, la prontezza, il Carico cardio target e la situazione rispetto all’obiettivo di esercizio settimanale.  Ma anche le condizioni atmosferiche e segnala se uno qualsiasi dei parametri, come HRV, SpO2 o temperatura della pelle, non rientrino nell’intervallo personale.

A conti fatti, forse proprio questa è una delle novità più importanti di Google Pixel Watch 3. Più di un’integrazione graduale di Fitbit, ora l’intenzione sembra quasi una combinazione più egualitaria, se non addirittura il contrario.

Viene infatti fatto chiaro riferimento all’integrazione con l’app Fitbit. Segnale molto importante, dopo aver invitato per diverso tempo gli utenti a trasferire il proprio account verso Google Health. Viene da pensare, senza il successo sperato.

Grazie anche all’immancabile intervento dell’intelligenza artificiale, l’app Fitbit si rafforza, con monitoraggio della postura e relativa analisi completa della cadenza dei passi, della lunghezza e altezza delle falcate e del tempo di contatto con il terreno.

Direttamente al polso inoltre, anche feedback aptico e guida audio, per tenere il ritmo nel giusto intervallo ed essere avvisati non appena si superi il livello di frequenza cardiaca o sia il momento di cambiare programma.

Nella sfida diretta a Apple Watch infine, non potevano mancare alcune funzioni di base sulla salute. Da considerare sempre in modo indicativo, Pixel Watch 3 segnala una potenziale assenza di battito, eventuale indicatore di un’emergenza sanitaria, con relativa chiamata di soccorso, ma anche una semplice insufficienza respiratoria o circolatoria, un’overdose o un avvelenamento. Con le dovute cautele, uno strumento sempre utile a prevenire incidenti o ridurre i tempi di intervento in situazioni delicate.

Pubblicato il 27/8/2024

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