Le cure del cerotto smart conquistate con il sudore
Un progetto della UC di San Diego sfrutta il sudore per alimentare un cerotto smart utile nella prevenzione e nella cura di malattie
I cerotti smart, e quelli in grado di analizzare attraverso la sudorazione diversi parametri vitali sono oggetto di studio ormai da qualche tempo. Ultimamente però, con poche novità. Una situazione dove La University of Californa di San Diego sembra pronta riportare il tema di attualità.
L’ultima evoluzione di cerotto smart in questo caso è in grado di rilevare di glucosio, livello di vitamine, oltre a controllare e valutare il corretto dosaggio di un medicinale.
A parte il comunque importante allargamento del raggio d’azione, niente di così innovativo. Gli aspetti interessanti comunque non mancano, e vanno ricercati altrove.
L’energia del sudore
A partire da una più corretta definizione di wearable alimentato attraverso il sudore. Una definizione curiosa ma al tempo stesso indice di un grande potenziale. Prima di tutto, al momento l’attenzione non è ancora sulla modalità di utilizzo, ragione per cui si pensa a qualcosa da indossare anche temporaneamente all’occorrenza.
Inoltre, per quanto a prima vista possa sembrare poco attraente, l’idea di ricavare energia dal sudore è sicuramente intrigante. Non a caso, i test sono condotti soprattutto sulle dita, uno dei punti più sensibili da questo punto di vista.
Nella ricerca di strumenti per analisi affidabili, al Center for Wearable Sensors di San Diego hanno pensato di sfruttarla come fonte di energia. Oltre essere impegnati nel realizzare un cerotto smart affidabile, flessibile quanto serve per essere indossato su un dito per il tempo necessario, la sfida è integrare delle minuscole celle di combustibile a diretto contatto con la pelle e alimentate proprio dal sudore, così da caricare delle altrettanto piccole batterie al cloruro d’argenteo e zinco.
Applicazione molto circoscritta
Non è però il caso di farsi troppe illusioni, almeno per il momento. Si parla infatti di una quantità di energia minima. Sicuramente ancora impensabile per applicazione come gli smartwatch, dove entrano in gioco il display e audio. Sufficiente però ad aprire nuove prospettive in ambito medico.
L’obiettivo per il momento è offrire uno strumento in più per monitorare condizioni come diabete o Alzheimer, dove avere sotto controllo valori quali glucosio e Vitamina C, o l’assunzione di lattato e levodopa, può migliorare significativamente la qualità di vita.
Risultati incoraggianti sono arrivati dai primi test effettuati su volontari. Di giorno il tracciamento di glucosio durante i pasti e quello del lactato durante il lavoro e l’attività fisica, oltre a quello della vitamina C durante l’assunzione di un succo di arancia, si sono rivelati affidabili e hanno fornito indicazioni importanti sulla relativa variazione istantanea.
Tra le prospettive più immediate e interessanti, il cerotto smart di nuova concezione, può aiutare nella ricerca di cure più personalizzate o prevenire situazioni a rischio con un maggiore anticipo.
Pubblicato il 23/9/2024