Smartwatch e salute, binomio sempre più stretto e apprezzato

Smartwatch e salute, binomio sempre più stretto e apprezzato

Il controllo della frequenza cardiaca è la funzione più apprezzata negli smartwatch a proposito di salute. Non solo dalgi utenti

Non sono solamente i produttori di smartwatch a credere nel potenziale di funzioni per la salute di livello medico. Vale a dire, abbastanza affidabili da rivelarsi un aiuto importante sia per le persone sia per lo specialista.

Come conferma una ricerca promossa da B-Secur, smartwatch e salute sono sempre più un binomio ampi e consolidato. Da una parte, maggiore informazione istantanea e continua sulle proprie condizioni. Dall’altra uno strumento diagnostico utile per fornire indicazioni non solo in sede di visita ma durante l’intera giornata, con maggiore possibilità di cogliere anomalie e potenziali sintomi nel momento in cui si verificano.

Per riuscirsi però, servono wearable abbastanza affidabili da ottenere le relative certificazioni. Una strada aperta da Apple Watch e ora praticata già da un buon numero di produttori. Per la frequenza cardiaca prima di tutto, ma anche per la saturazione nel sangue e più di recente l’EGC, ormai molto diffuso, e non solo nei prodotti di fascia alta.

Prima di tutto, una questione di cuore

Dal sondaggio condotto in collaborazione con Sage Growth Partners è emerso come ormai il 95% degli utenti di wearable li consideri affidabili per quanto riguarda i dati prodotti sulla salute e vorrebbero poterli condividere regolarmente con il proprio medico. Anche solo per tenere sotto controllo la frequenza cardiaca.

In pratica, la funzione per rilevare segnali di possibili aritmie o fibrillazioni atriali, dovrebbe essere in grado di metterli a disposizione del medico curante in modo che possa accedervi liberamente ed essere allertato in caso di segnali anomalie

La stessa frequenza cardiaca resta la funzione più sfruttata. Per il 77% degli utenti è il primo valore osservato durante la giornata o un’attività fisica. Solo dopo vengono l’analisi del sonno, la pressione del sangue e la respirazione.

Probabilmente non a caso, l’ordine è lo stesso con il quale le funzioni per la salute sono stea introdotte sugli smartwatch nel corso degli anni.

L’affidabilita non basta

In contrasto con quanto spesso dichiarato dai produttori, c’è però ancora un problema sul fronte dell’affidabilità. Oltre metà degli addetti ai lavori nella Sanità chiede maggiore precisione. Solo il 9% di loro si dichiara infatti totalmente soddisfatto dei quadri clinici forniti per l’attività cardiaca.

In particolare, prima ancora della precisione, il discorso riguarda i dati forniti dalla funzione ECG. Ancora troppo generico e facile all’errore, non solo negli smartwatch ma anche nei dispositivi dedicati di uso domestico.

Uno degli aspetti più importanti, anche in prospettiva futura resta però, l’avvio ormai consolidato di un processo. Grazie a smartwatch in grado non solo di rilevare ma anche di trasmettere e condividere i dati rilevati sulla salute, il rapporto tra medico e paziente è destinato a cambiare. A diventare più continuo ma anche meno impegnativo per entrambi, aumentando la tempestività delle diagnosi e diminuendo la necessità di visite in ambulatorio.

Pubblicato il 31/10/2024

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