Sighful Spacetop G1, l’alternativa a Vision Pro e oltre

Sighful Spacetop G1, l’alternativa a Vision Pro e oltre

Gli smartglasses Sighful Spacetopo G1 rilanciano le ambizioni dello Spatial Computing con una visione innovativa di notebook

Il riscontro inferiore alle attese, almeno dal punto di vista commerciale, di Vision Pro non significa una bocciatura definitiva per lo Spatial Computing. Oppure in modo più diretto, pensare agli smartglasses come potenziale alternativa al monitor.

Un’applicazione sicuramente dalle maggiori prospettive rispetto all’impiego molto più scenografico ma oggettivamente poco probabile di indossare Vision Pro, o simili per buon parte del giorno, in casa, in ufficio o per strada.

Dove Apple ha comunque ancora una volta indicato una strada, ora inizia a cimentarsi anche qualcun altro. Tra le soluzioni più interessanti al momento, il progetto Sighful Spacetopo G1. Un’idea capace di guardare oltre, sicuramente da seguire.

Il lato utile dello Spatial Computing

Nella configurazione più estrema, Sighful Spacetopo G1 è un soluzione completa. Vale a dire, un computer portatile ridotto in pratica a poco più della tastiera. Proprio perchè il monitor è sostituito da un paio di smartglasses in grado di simulare uno schermo da 100”. D’altra parte, utilizzabili anche con un notebook classico.

In questo modo, si combinano i vantaggi di un peso nettamente inferiore per il computer, ridotto per peso e dimensioni a poco meno di un tablet, con il vantaggio di una visuale decisamente più ampia, potenzialmente con diverse finestre aperte in simultanea.

Dal canto loro, gli smartrglasses sono destinati a un utilizzo molto più statico; quindi, fermo restando l’ergonomia, aspetti come peso e dimensioni diventano meno cruciali. Anche se qualche intervento per alleggerire un po’ il design non guasterebbe. Dove invece non si scende a compromessi è l’hardware.

L’uso migliore degli smartglasses, per il momento

Sighful Spacetopo G1 utilizza infatti tecnologia all’avanguardia, a partire dal processore Qualcomm Snapdragon 8cx Gen 4, con tecnologia a 4 nm, e prestazioni migliorate del 70% rispetto alla prima versione di Spacetop.

In combinazione con l’unità grafica Adreno 740, quella incaricata di elaborare e proiettare le immagini, si può contare su una soluzione pronta a sfruttare anche il potenziale dell’intelligenza artificiale, oltre a garantire una visualizzazione fluida e nitida quanto serve della realtà aumentata.

Tutto questo deve combinarsi però con un’autonomia almeno a livello di un comune notebook. Punto debole finora di tanti smartglasses, Sighful è riuscita anche in questo caso ad andare oltre. Il sistema Spacetopo G1 promette infatti otto ore di impiego.

Nonostante il passo avanti, il prezzo si presenta ancora superiore alla media di un computer tradizionale. Grazie a Sighful Spacetopo G1 però, lo Spatial Computig fa decisamente un passo avanti, scendendo a 1.900 dollari, tutto compreso.

Pubblicato il 13/11/2024

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