Smartwatch e attività fisica, coppia in crisi alla prova del tempo

Smartwatch e attività fisica, coppia in crisi alla prova del tempo

Gli stimoli di uno smartwatch per l’attività fisica non sempre reggono il passare del tempo. Le cause del problema e le possibili soluzioni

L’attività fisica, non necessariamente quella sportiva, è uno dei capisaldi per restare in salute. Un punto sul quale i wearable devono buon parte del proprio successo, almeno inizialmente. Come ha dimostrato Fitbit, presto seguita da tutti gli altri produttori, uno smartwatch è in grado di fornire gli stimoli giusti a uno stile di vita più salutare.

Dagli originari numero di passi giornalieri, la stessa Fitbit è passata a un più articolato obiettivo di minuti attivi, mentre Amazfit è stata invece tra i primi a sposare l’indice PAI (Personal Activity Index), risultato della combinazione di parametri come analisi del sonno e livello di stress.

Tutto questo sta però rivelando un limite, come risulta da uno studio pubblicato di recente su Journal of Sport and Health Science. Questi benefici sono troppo spesso a breve termine, lasciando emergere quella sensazione di trovarsi abbandonati a sé stessi se l’obiettivo prefissato tarda ad arrivare.

Non si parla in questo caso degli appassionati di sport, per natura più portati a seguire una tabella, a curare l’alimentazione o a raggiungere un obiettivo anche a distanza di mesi.

Il tempo nemico della motivazione

La questione riguarda le persone interessate solo a migliorare la propria salute. In modo non molto diverso da una dieta dove i chili più difficili da perdere sono gli ultimi, nei primi tempi uno smartwatch è ottimo stimolo e alleato nell’attività fisica.

Con il passare del tempo però, in mancanza di risultati concreti, l’interesse tende a scemare e di conseguenza anche la motivazione. Per esempio, dalle persone coinvolte nello studio, il 93% afferma di conoscere e riconoscere i benefici di un’attività fisica regolare. Metà di loro tuttavia, ammette di avere difficoltà nel tradurre le buone intenzioni in impegno costante.

Anche chi ha in qualche modo provato le conseguenze di una vita troppo sedentari fatica ad applicarsi con regolarità. Due terzi di chi offre di malattie respiratorie croniche, sei mesi dopo le cure iniziali, riduce la propria attività fisica.

Uno smartwatch non può bastare

La ragione di fondo è da ricercare nella motivazione. Passata la novità, o la sensazione di dover agire in difesa della propria salute, non appena la situazione si stabilizza, è più difficile mantenere la regolarità. Trasformare cioè l’attività fisica in abitudine.

In pratica, tra una passeggiata in una giornata fredda o grigia e un film davanti alla televisione, la seconda opzione tende a prendere il sopravvento. Sicuramente, perché sul momento appare una prospettiva più gradevole, ma anche perché nonostante la consapevolezza di un danno alla salute, manca la certezza di rientrare in casa in condizioni migliori di come ci si sia incamminati.

La questione è naturalmente complessa, si parla a tutti gli effetti di medicina, non certo risolvibile con l’utilizzo di uno smartwatch. Qualcosa però, i wearable possono fare. Esaurito l’entusiasmo iniziale, medaglie, riconoscimenti e traguardi perdono buona parte del proprio fascino.

Smartwatch e Intelligenza Artificiale, unione per la salute

Il conteggio giornaliero dei passi, e relativa notifica al raggiungimento del traguardo, è sicuramente utile, ma raramente si mantiene uno stimolo a lungo termine. Da non escludere, per la loro ripetitività e quindi prevedibilità.

Manca cioè l’effetto sorpresa, uno stimolo per scoprire qualcosa di non scontato. Un compito su misura per un’applicazione realmente utile e finalmente accessibile a tutti dell’Intelligenza Artificiale.

Ogni persona hai infatti caratteristiche, esigenze e traguardi personali. Affrontarli tutti con un algoritmo standard, quelli presenti attualmente sugli smartwatch, a lungo termine è il più delle volte inutile o poco più.

Una buona funzione di Intelligenza Artificiale in grado di raccogliere e analizzare i dati prodotti da uno smartwatch, è in grado invece di fornire indicazioni realmente personalizzate sulla salute e la relativa attività fisica, aggiornando dopo ogni sessione, ma anche durante, obiettivi e suggerimenti perfettamente in linea con le proprie possibilità e sensazioni.

Pubblicato il 19/11/2024

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