Il wearable che verrà, più preciso e prezioso grazie ai sensori

Il wearable che verrà, più preciso e prezioso grazie ai sensori

La rapida evoluzione dei sensori nel mondo wearable, favorita da praticità e utilità, porterà presto a nuovi interessanti opportunità

Sono bastati pochi anni ai wearable per diventare oggetto di uso comune, grazie soprattutto a smartwatch, smartband e auricolari. Oggi, praticamente chiunque ha dimestichezza con argomenti fino a poco tempo fa all’apparenza complicati come i sensori, le relative luci sul retro della cassa di un orologio, o il Bluetooth.

La conseguente familiarità con le relative misurazioni, e la facilità di comprenderle, hanno agevolato anche il passaggio dal semplice conteggio dei passi a indicazioni più articolate, come analisi del sonno, misurazione del livello di ossigeno  nel sangue e VO2 Max.

Come i sensori disegneranno i nuovi wearable

Un’evoluzione appena iniziata, con in serbo ancora tante sorprese. IDTechEx ha provato a esplorarle per aiutare a capire quali saranno le prossime e quando potrebbero arrivare. Il tempo sembra ormai maturo infatti per allargare la portata dei wearable dal mondo del fitness e della salute a quello delle vere e proprie cure mediche. Grazie anche alla possibilità ormai prossima di realizzare dispositivi più mirati alla singola esigenza.

Oltre a migliorare affidabilità e precisione di quelli già noti, l’idea è sviluppare sensori più mirati alla singola esigenza. Per esempio, si parlerà sempre più spesso di smartpatch, i cerotti intelligenti utili a interagire con la pelle. Anche una semplice goccia di sudore, può rivelare molto sullo stato di salute, o semplicemente aiutare a tenere sotto controllo il livello idratazione, molto importante nella cura a distanza di pazienti o anziani.

Oppure, soluzioni utili per un migliore controllo sul livello di stress agendo più vicino alla sorgente. Tra l’altro si parla della possibilità di integrare elettrodi negli auricolari, utili a tracciare i segnali neuronali.

Sensori amici del diabete, ma non solo

In parte sono già noti invece sensori chimici a supporto del trattamento per problemi come il diabete. Una prospettiva interessante è arrivare a controllare il livello di glucosio nel sangue in modo del tutto non invasivo, senza cioè dover più analizzare una goccia di sangue.

Se smartwatch e auricolari hanno sicuramente avuto il  merito di aiutare tantissime persone a familiarizzare con il concetto di sensore, ora la prospettiva è farli diventare compagni abituali nella vista di tutti i giorni, preziosi alleati con forme e modalità d’uso diverse. Altrettanto semplici e pratiche, ma capaci di rispondere a sempre più esigenze.

Pubblicato il 30/12/2024

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