Dal punto di vista Halliday gli smartglasses sono tutta un’altra cosa
La visione innovativa degli smartglasses Halliday, riduce dimensioni e peso, con benefici evidenti su praticità e funzionalità
È ormai quasi una tradizione di inizio anno, annunciare la potenziale svolta nel mondo degli smartglasses. Complice i sempre numerosi annunci al riguardo in occasione del CES, anche l’edizione 2025 non fa eccezione e rilancia le ambizioni del wearable forse più promettente e al tempo stesso meno capace di confermarsi.
La svolta attesa dipende soprattutto dalla capacità di trovare una configurazione capace di combinare praticità, innovazione ed efficacia. Elementi tuti indispensabili, dove fino a oggi è stato necessario scendere a compromessi. Serve quindi una reale novità e l’idea Halliday Glasses può indicare la giusta direzione.
Il problema di fondo resta sempre la collocazione del visore per la realtà aumentata, con relativi ingombro e consumi. La soluzione adottata fino a oggi è sfruttare la lente come schermo verso il quale indirizzare i contenuti digitali.
Cambio di visuale
L’aspetto interessante degli Halliday Glasses è proprio aver pensato al di fuori dagli schemi. L’idea è infatti proiettare le immagini direttamente verso l’occhio e non più per via indiretta. Questo comporta una nuova posizione per l’ottica, integrata nella parte superiore frontale della montatura.
In pratica, si crea una sorta di immagine indirizzata all’occhio, inserita tra la pupilla e la lente. Approccio sicuramente interessante e innovativo, all’apparenza con diversi benefici.
Prima di tutto, le dimensioni del sistema. Al momento monocromatico, ma comunque contenuto in un diametro di 3,6 mm, ampiamente al di sotto dello spessore medio di una montatura. In grado inoltre di proiettare immagini pari a uno schermo da 3,5” equivalenti.
Novità tutta da vedere
La collocazione studiata da Halliday Glasses permette di andare oltre. L’ottica può infatti essere regolata a piacere, o secondo le esigenze visive. In orizzontale per centrare le immagini al meglio, e ruotandola per regolare eventuale difetti visivi, in modo del tutto simile a un classico binocolo.
In più, altri aspetti non necessariamente secondari. Eliminare il supporto per la proiezione supera i problemi con eventuali riflessi luminosi. Inoltre, l’immagine è realmente visibile solo al diretto interessato, superando così problemi di privacy quando si gestiscono notifiche o messaggi.
Il punto a favore forse più importante degli Halliday Glasses è superare altri problemi storici degli smartglasses, peso e autonomia. Si parla infatti di un dispositivo racchiuso in 35 grammi, in grado di assicurare dodici ore di operatività.
Con funzioni peraltro non scontate. A parte l’immancabile apporto dell’intelligenza artificiale per provare ad anticipare la necessità di impartire comandi, anche vocali, sono interessanti funzioni come la traduzione simultanea o il supporto durante una presentazione con le relative note. Senza naturalmente ignorare ascolto di musica, navigazione e registrazione di note.
Pubblicato il 9/1/2025