Così la realtà aumentata ARti permetterà di guardare un libro

Così la realtà aumentata ARti permetterà di guardare un libro

Dalla combinazione tra riconoscimento del testo e intelligenza artificiale, nasce ARti, capace di trasformare storie in realtà aumentata

Poche altre cose riescono a stimolare la fantasia come leggere un libro. Passare con la mente dal testo a una ipotetica scena reale è un’attività comune sfogliando le pagine. Difficile pensare però di riuscire a spingersi oltre, a meno di aspettare mesi, se non anni, prima di poter vedere un’interpretazione di un film. ArtygenSpace è pronta però a cambiare le carte in tavola, almeno questa è la promessa, con ARti, una combinazione inedita di testo, immagini e realtà aumentata.

Alla base di tutto, quasi inutile dirlo, l’ormai onnipresente intelligenza artificiale. Il cui sviluppo al quale l’azienda coreana si dedica da tempo, ha permesso di esplorare questa nuova frontiera.

Importante sottolinearlo, al momento si tratta ancora solo di un algoritmo. Cioè, ancora nessun dispositivo è in procinto di adottare questa nuova tecnologia. Per la quale sono presumibilmente necessarie anche importanti risorse, non solo economiche.

Il testo prende vita

L’idea ArtygenSpace, presentata e premiata al recente CES 2025, è trasformare in realtà quello definito come Text to AR. Una prospettiva intrigante, capace appunto di dare forma alla propria immaginazione. Da testi e immagini contenuti in un libro, o più in generale in uno scritto, l’algoritmo di IA ricostruisce una scena reale, con tanto di suoni ambientali, da proporre alla visuale dell’utente.

Sono diverse le potenziali applicazioni di una soluzione come ARti. Dall’utilizzo appunto personale, per un maggiore coinvolgimento nella lettura di un testo, a una didattica sicuramente più capace di catturare l’attenzione degli alunni, ma anche la comunicazione. Una nuova frontiera per un mondo pubblicitario ultimamente appiattito per contenuti e troppo invadente.

Dallo smartphone ai visori, una nuova opportunità

Diversi anche i dispositivi potenzialmente interessati da ARti. La via più semplice è naturalmente quella dello smartphone, oggetto ampiamente diffuso e già in possesso di una discreta capacità di calcolo necessaria a sostenere la ricostruzione ambientale .

Diverse però le alternative, a partire dai TV smart, aprendo le porte a una nuova forma di comunicazione, anche per contenuti personalizzati, dove oltre a film e serie, non è escluso come in futuro si possa anche scegliere di vedere un libro.

Infine, il progetto ARti può trasformarsi in un’arma in più per quel settore sempre alla ricerca di un’idea in grado di conquistare il grande pubblico. Nonostante i progressi, smartglasses e visori restano dispositivi troppo limitati nelle funzionalità, con scarsa praticità e soprattutto prezzi sproporzionati rispetto alla reale utilità e attrattività.

Pubblicato il 22/01/2025

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