Il punto di vista Meta Aria Gen 2 porta l’IA negli smartglasses

Passi avanti interessanti per gli smartglasses Meta Aria Gen 2, ricchi di sensori e ottiche per sfruttare l’IA, ma ancora lontani dal mercato
Un interessante passo avanti per il progetto smartglasses di Meta. Non si parla della ormai consolidata collaborazione con RayBan, ma del meno noto Project Aria, molto più orientato all’intelligenza artificiale e a un set di funzioni più esteso, anche se al momento resta esclusa la realtà aumenta. È infatti arrivata l’ora di Aria Gen 2.
Secondo l’azienda, naturalmente un passo avanti verso una rivoluzione storica nel settore e nelle nostre abitudini di tutti i giorni. Come insegna però Vision Pro, e da più tempo anche i Google Glass, un’evoluzione sicuramente interessante, ma sempre tutta da valutare sul campo.
Le novità comunque non mancano e sono sicuramente interessanti, almeno per quanto riguarda la tecnologia. Gli Aria Gen 2 adottano infatti un sensore aggiornato, quindi più potente e meno esigente dal punto di vista energetico. Soprattutto però, un sistema di sei ottiche, anche laterali, con tracciamento del movimeno degli occhi, importante per rivelarsi realmente efficaci.

Non i soliti smartglasses
Inoltre, la dotazione completa di microfoni ambientali, barometro, sistema completo per riconoscere i movimenti, stile smartwatch per intenderci, e persino barometro e GPS. Soprattutto però, a differenza degli smartglasses visti finora, fanno la comparsa anche sensore per misurare la frequenza cardiaca e un microfono dedicato per distinguere la voce del proprietario da quella di un interlocutore.
Il tutto, assicura Meta, in 65 grammi, con sei ore ininterrotte di autonomia. Anche se l’ingombro resta di quelli importanti, e il reale impiego tutto da inquadrare, indicativamente sufficienti per coprire una giornata di utilizzo medio.

L’intelligenza artificiale al servizio degli smartglasses
Cosa potremmo fare con Aria Gen 2 è ancora da capire. Al momento infatti, si parla di funzioni molto generiche, soprattutto a livello sperimentale. Sicuramente, sostituire degli auricolari, o scattare foto e riprendere video non appare un’attrattiva sufficiente.
La sperimentazione attualmente va in alcune direzioni molto specifiche, in settori di nicchia. Più di testarne l’effettivo potenziale, probabilmente per mettere alla prova la reale affidabilità. Si spazia infatti dal supporto per gestire robot domestici, alla progettazione. Per esempio, i tecnici BMW stanno studiando l’architettura, molto utile nel raccogliere dati personalizzati, per capire come integrare la realtà aumentata in una vettura smart. Oppure, nel capo medico, gli Aria Gen 2 sono testati come aiuto nei movimenti per chi ha problemi di vista
Dovrà passare sicuramente ancora del tempo prima di vedere Aria Gen 2 trasformarsi in un prodotto di consumo, se mai questo avverrà. D’altra parte, sul fronte smartglasses, grazie alla collaborazione con Ray-Ban, attualmente la posizione Meta è sicuramente migliore rispetto ai rivali. La strada esplorata e i primi risultati restano tuttavia molto interessanti. Una visuale più aperta e per quanto si sa finora, anche più concreta.

Pubblicato il 6/3/2025