Google e smartglasses, nuovo capitolo di una storia infinita

Google e smartglasses, nuovo capitolo di una storia infinita

L’acquisizione di AdHawk, specializzata nel tracciare i movimenti senza ottiche, pronta a rilanciare le ambizioni Google negli smartglasses

I riscontri decisamente inferiori alle attese dei Google Glass non hanno stroncato del tutto le ambizioni dell’azienda. Soprattutto, nel momento in cui questi wearable sembrano in fase di rilancio.

Secondo le indiscrezioni, del sempre affidabile Mark Gurman di Bloomberg, è infatti in fase di conclusione l’acquisizione di AdHawk. Come tante startup, realtà poco nota al grande pubblico, ma detentrice di una tecnologia sicuramente interessante per la realtà aumentata.

Si tratta di un’azienda canadese, specializzata in sensori in grado di tracciare i movimenti, da tradurre quindi in preziose informazioni per sviluppare una nuova generazione di smartglasses.

Occhio ai movimenti senza videocamere

Come viene definito un MEMS, micro-electromechanical systems, da utilizzare come alternativa alle soluzioni attualmente impiegate di riconoscere i movimenti attraverso telecamere e sensori.

La via del ritorno Google per degli smartglasses passa quindi per una potenziale rivoluzione. Limitarsi a inseguire i rivali, a partire da Ray-Ban e Meta, in questo caso non avrebbe grandi possibilità di successo, sia sul fronte commerciale sua per quanto riguarda la reputazione di azienda innovatrice.

AdHawk ha già sviluppato alcuni modelli di smartglasses, destinati principalmente al settore della salute. In particolare, Mindlink è una soluzione al momento rivolta prima di tutto a ricercatori, per raccogliere dati sullo stato di salute per l’apparato ottico o il sistema neurologico, al servizio di studi sulle reazioni umane o sui meccanismi della percezione.

Gli smartglasses Google ripartono da un’acquisizione

L’operazione sembra a buon punto. Se dovesse andare in porto, come sono pronti  a scommettere i meglio informati, gli smartglasses Google possono certamente tornare preso a diventare una realtà competitiva. Anche solo per una questione di immagine, lasciare campo completo a rivali come Meta e Apple è un rischio che l’azienda non può permettersi di correre.

Tuttavia, inutile negare un paio di cose. Prima di tutto, la difficoltà Google nell’affermarsi sul fronte hardware, dove la sfida smartglasses è già stata affrontata una volta, con risultati decisamente poco incoraggianti. Inoltre, non è la prima assoluta di un tentativo del genere. Sul fronte della realtà virtuale, probabilmente pochi ricordano progetti come Daydream VR e IRIS AR, e non è un caso.

Pubblicato il 17/3/2025

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