Dal passato con amore, in Core 2 Duo e Core Time 2, il ritorno dei Pebble

Grazie al protagonista dei primi smartwatch, tornano sul mercato gli eredi dei Pebble. Core 2 Duo e Core Time 2, semplicità in chiave moderna
Nella pur giovane storia degli smartwatch, c’è già il tempo per un momento di nostalgia, una sorta di ritorno al passato. Anche se sotto una nuova veste, ritorna infatti Pebble, o più precisamente Core Devices con i primi due modelli Core 2 Duo e Core Time 2.
Per i meno fedeli alla storia dei wearable, è utile un piccolo passo indietro. Dietro questa notizia c’è Eric Migicovsky, personaggio fondamentale nella storia degli smartwatch. Praticamente l’autore del primo vero e proprio modello destinato al mercato. Una tecnologia ancora oggi al polso di più persone di quanto si possa immaginare, perché nel giro di pochi anni Pebble è stata acquisita da Fitbit, finita a sua volta nell’universo Google.
Una storia all’apparenza destinata a rimanere negli archivi. Poche settimane fa però, Google ha deciso di rendere opensource PebbleOS, il sistema operativo alla base dei dispositivi. Da qui, in Eric Migicovsky è scoccata la scintilla per rinnovare la sfida e provare a scrivere da protagonista un nuovo capitolo.

La storia Pebble riparte da Core 2 Duo e Core Time 2
Il risultato, sono appunto Core 2 Duo e Core Time 2. Previsti il primo per giugno e l’altro per la fine dell’anno, dimostrano però già fin da ora quanto i progettisti abbiano le idee chiare al riguardo. Non si tratterà di soluzioni tra le più economiche, i prezzi di prenotazione sono rispettivamente di 149 dollari e 225 dollari.
Tuttavia, le novità non mancano. A partire dalla tecnologia adottata, la stessa alla base dei lettori di e-book. Per certi versi limitata dal punto di vista delle prestazioni, ma con vantaggi sicuramente da non sottovalutare, a partire da ingombro, peso e autonomia.
Core 2 Duo ha addirittura un display a livelli di grigio quadrato da 1,2”, dalle forme estremamente semplici, quasi retrò. Con funzioni però decisamente attuali, anche se piuttosto limitate. Oltre al tracciamento di passi e sonno, sono integrati speaker, microfono, barometro e bussola, mentre per il GPS si dipende dallo smartphone. È previsto un ricco catalogo di quadranti, mentre l’autonomia dichiarata si spinge fino a un mese.
La dotazione più ricca di Core Time 2 parte dal display a colori, anche se solo 64, sufficiente però alle dimensioni dello schermo da 1,5” e comunque necessari per continuare a sfruttare la tecnologia a basso consumo e-paper. A differenza del precedente, oltre ai pulsanti c’è l’interfaccia touch, il primo con sistema oeprativo PebbleOS, mentre la cassa è in metallo e non in policarbonato. Alle funzioni di base si aggiunge il rilevamento della frequenza cardiaca.

All’insegna della semplicità, anche troppo
Semplicità e un pizzico di nostalgia emergono chiaramente dieto i nuovi Core 2 Duo e Core Time 2. Aspetti sempre validi in un mercato consumer alla continua ricerca di novità e ritorni di fiamma. Difficile però ignorare come il rapporto tra le funzioni effettivamente disponibili, decisamente limitate, e il prezzo, ampiamente superiore alla media di smartwatch con dotazione molto più ricca, aumenti in misura considerevole il rischio della pur sempre lodevole iniziativa.
Una decisione tuttavia consapevole dei progettisti, per un progetto rivolto ad appassionati, intenditori o chi semplicemente cerca affidabilità nelle funzioni di base, trascurando un spetto importante come la ricarica. Inoltre, con un sistema operativo aperto, vale a dire, personalizzabile a piacere e con la possibilità di aggiornamenti da chiunque interessato a collaborare al progetto.
Pubblicato il 19/3/2025