È l’ora di Apple Watch 7, ma non necessariamente per tutti

È  l’ora di Apple Watch 7, ma non necessariamente per tutti






Partite le ordinazioni per il nuovo smartwatch Apple, uno sguardo alle reali novità per capire se Watch 7 convenga acquistarlo o aspettare

Sono iniziate ormai da qualche giorno, precisamente dall’8 ottobre, le prenotazioni anche in Italia per Apple Watch 7. Eppure, restano ancora alcuni dubbi sulla reale convenienza di orientarsi verso un modello le cui attese sono state almeno in parte deluse. Soprattutto, anche se al momento manca una conferma ufficiale, le date di consegna effettive restano incerte per gli ormai noti problemi nella carenza di materie prime e nei trasporti.

Può allora valere la pena per guardare più da vicino il nuovo smartwatch. Anche perché in definitiva appare più una messa a punto dei modelli precedenti e non un vero e proprio salto generazionale.

Tra le certezze, al momento il prezzo minimo di 439 euro per la versione da 41 mm più abbordabile. Già per salire alla versione da 45 mm si parla di almeno 469 euro. A crescere rapidamente scegliendo cinturini più pregiati o una delle varianti.

Tanta estetica, meno sostanza

Prima di affrontare una spesa decisamente ai vertici del settore, importante quindi conoscerne i dettagli. Fermo restando qualità e affidabilità Apple, le differenze rispetto alle versioni precedenti, i cui prezzi sono scesi a livelli decisamente più attraenti, sono soprattutto estetiche.

Su tutte, l’aggiustamento nelle forme del display. La curvatura del vetro offre una bella continuità tra schermo e cassa, il cui divario è inoltre stato ridotto in modo da allargare la superficie visiva del 20% senza incidere sulle dimensioni.

Spazio usato anche per inserire una piccola tastiera virtuale all’interno dello schermo. Arricchita anche la scelta di quadranti.

Sono però andate deluse le attese per un Watch 7 più sottile dei precedenti e più coordinato con iPhone. A livello visivo gli unici ritocchi sono stati nella curvatura degli più ammorbidita.

Autonomia sempre punto delicato

Anche sul fronte dell’autonomia, le attese sono andate deluse. Forse, uno dei punti maggiormente critici. In un settore dove ormai la media si avvicina alla settimana (uso del GPS a parte), 18 ore (sempre senza parlare di tracciamento delle attività sportive) sono diventate decisamente poche. In pratica, per le persone più attive difficoltà nell’arrivare a fine giornata.

È emersa anche una certa delusione per l’assenza di vere novità sul fronte delle funzioni per la salute. Quindi, nessuna traccia al momento della tanto discussa lettura del livello di zuccheri nel sangue, ma anche della temperatura corporea. I punti di forza restano quindi EGC e saturazione, sempre meno esclusivi.

Questo non ha però impedito a Apple di allargare il supporto alla sicurezza durante l’attività sportiva. Per esempio, rilevando potenziali cadute e lanciando i relativi allarmi.

Inoltre, per i più attenti all’estetica, è cresciuta la scelta nei materiali e nei colori dei cinturini. Prima di decidere però, meglio verificare il prezzo, pronto a crescere rapidamente a ogni minima variazione rispetto alla configurazione di base.

In definitiva, per chi non ha ancora un Apple Watch ed è interessato, la Serie 7 rappresenta certamente il modello più evoluto della famiglia. Chi invece indossa uno dei modelli più recenti, può valutare seriamente di tenerlo almeno per un altro anno senza grandi rimpianti, quando ci saranno maggiore possibilità di assistere a novità più concrete.

Infine, per chi non è particolarmente interessato a funzioni come l’ECG o il display sempre acceso, resta sempre interessante l’alternativa Watch SE, con un prezzo più accettabile a partire da 309 euro.


Pubblicato il 13/10/2021

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