L’era iPod si chiude senza tanta nostalgia
Senza troppi sentimentalismi, arriva al capolinea la storia di iPod, dispositivo simbolo di Apple capace di cambiare il corso della musica
Nella scena finale del film realizzato sulla base della sua biografia ufficiale, Steve Jobs promette alla figlia Lisa di liberarla dal peso, l’ingombro e l’impaccio del riproduttore portatile di musicassette «da uomini delle caverne». Era di fatto il primo passo del futuro iPod, uno dei dispositivi Apple destinati più di ogni altro a scrivere la storia.
Impegno prontamente rispettato, lanciando pochi anni dopo la prima versione di iPod, concetto totalmente nuovo di ascolto della musica in libertà. Per molte persone di ogni età, il 3 ottobre 2001 ha segnato un passaggio generazionale. Uno dei segnali più evidenti della trasformazione digitale. Per certi varsi, anche la nascita dei dispositivi wearable di largo consumo.
Abbandonati anche gli ingombranti e poco pratici lettori di CD portatili, la possibilità di tenere in tasca centinaia di brani musicali, poterli ascoltare a lungo e, non da ultimo, poter sfoggiare un oggetto di tendenza e design, ha presto raccolto consensi ovunque.
Vent’anni in cima alla hit parade
Negli oltre vent’anni dal lancio, le versioni di iPod sono state diverse. Grandi o piccole, più o meno capienti, con display o senza, chi ne aveva uno e chi avrebbe voluto averlo coprivano abbondantemente la maggioranza della popolazione.
Il progresso però avanza, e quando si parla di tecnologia, in modo veloce e spesso cinico. Tra le vittime degli smartphone, non ha tardato a trovarsi anche iPod. Ironia della sorte, per buona parte cannibalizzato dalla stessa Apple con iPhone.
Pur restando regolarmente in catalogo, del lettore musicale si sono gradualmente perse le tracce. Al punto da portare inevitabilmente a una decisione praticamente obbligata. Il 10 maggio 2022 verrà infatti ricordato come l’ultimo giorno ufficiale di iPdod.
Certamente, tra modelli nuovi ancora nei magazzini e usati, sarà possibile acquistarlo ancora a lungo. L’evoluzione però, finisce qui e con essa si chiude un importante capitolo della storia della tecnologia moderna.
Tutta un’altra musica
«La musica è sempre stata nel DNA di Apple – è il commento ufficiale dell’azienda per voce di Greg Joswiak, senior vice president of worldwide marketing -. Portarla a centinaia di milioni di utenti come ha fatto iPod non solo ha avuto un impatto enorme sull’industria musicale, ma ha anche ridefinito il modo in cui le persone la scoprono, la ascoltano e la condividono»
Un commiato discreto, per quanto importante, affidato a una figura non di primo piano nella dirigenza Apple. Per i più sentimentali, probabilmente non sarebbe stato fuori luogo un intervento ufficiale di Tim Cook, così da rendere il doveroso omaggio all’oggetto capace comunque di garantire una quota importante di introiti, nonché pilastro storico nell’immagine dell’azienda.
La fine di iPod non significa naturalmente dividere la strada della musica da quella di Apple. Lo stesso iPhone può essere considerato almeno in parte discendente più sofisticato del lettore musicale digitale.
Più in generale, oggi sono diversi i canali attraverso i quali assecondare il proprio desiderio di ascolto. Come sottolinea la stessa Apple.
«L’essenza di iPod continua a vivere – proclama Joswiak -. Abbiamo integrato la musica su tutti i nostri prodotti, da iPhone e Apple Watch fino a HomePod mini, e anche Mac, iPad e Apple TV».
Pubblicato il 12/5/2022