Gli smartwatch restano protagonisti del mondo digitale
Nel mondo digitale il rallentamento di interesse per gli smartwatch è visto come il naturale raggiungimento di un ppunto di equilibrio
Per il mercato degli smartwatch, e dei wearable in generale, il momento non è certo dei migliori. Dopo anni di crescita costante, il settore ausa infatti i primi segni di rallentamento. Una notizia però solo in parte negativa, soprattutto se si allarga lo sguardo all’intero mondo digitale.
L’interessante analisi proposta da Deloitte, descrive infatti una situazione più legata alla maturità degli italiani rispetto ai dispositivi elettronici rispetto a un calo di interesse. Secondo il Digital Consumer Trends Survey 2022, il rallentamento del mercato è da ricondurre al raggiungimento di un punto di equilibrio.
Diventa allora interessante capire allora come si evolverà la situazione. Sia per quanto riguarda l’evoluzione sia per gli aspetti sempre importanti legati ai prezzi di vendita, ora che il supporto della crescita è meno scontato.
Prima di tutto, smartphone, ma c’è spazio anche per gli smartwatch
In generale, i dispositivi più diffusi restano di gran lunga gli smartphone, usati dal 94% degli adulti italiani, seguiti dai computer portatili, grazie allo smart working cresciuti rapidamente fino all’83%. Resta invece un settore ancora di nicchia quello dei visori per la realtà virtuale, utilizzati solo dall’8% della popolazione.
Nello specifico del mondo wearable, Deloitte conferma comunque il buono stato di salute degli smartwatch. Se nel 2017 il 10% degli italiani dichiarava di averne uno, oggi questa percentuale supera il 30%. Dove invece l’interesse si sta raffreddando, è il mondo dei tracker, visto in prevalenza come alternativa economica o poco più di un gadget.
Interessante invece la crescita nella diffusione degli speaker con assistente vocale. Nel 2017 solo il 4% dei consumatori italiani ne aveva uno, mentre oggi questa percentuale arriva al 27%.
Poca attenzione alla sostenibilità
Oggetto dello studio anche il tema molto attuale della sostenibilità. Aspetto sul quale sembra esseri ancora molto da lavorare, anche se proprio questo potrebbe farne un interessante terreno di crescita anche per gli smartwatch. Solo il 18% infatti, conosce la propria impronta ecologica. In particolare, un consumatore su cinque tra gli adulti sceglie uno smartphone considerando anche questo aspetto, e solo il 18% conosce l’impronta ecologica del proprio dispositivo.
Emerge però una crescente attenzione alla durata media dei dispositivi, che porta ad allungare il loro ciclo di vita e a ridurre i conseguenti impatti derivanti dalla produzione e distribuzione di nuovi apparati. Rimane però il dubbio se sia una tendenza effettivamente guidata da una maggiore attenzione all’impatto ambientale o invece da un effetto combinato dell’aumento del loro prezzo e del costo della vita.
Così, se da un lato in Italia un consumatore su due ritiene che le aziende dovrebbero dimostrare l’impronta ecologica dei dispositivi, solo il 23% pensa che le aziende tecnologiche siano trasparenti relativamente al proprio impatto ambientale. Ancora più significativo, solo un consumatore su tre riconosce di essere disposto a pagare un prezzo maggiore per acquistare uno smartphone più sostenibile.
Pubblicato il 10/11/2022