Semplice e ambizioso, Vagary regge il confronto
Ben progettato, con tutte le funzioni essenziali, senza GPS, Vagary è uno smartwatch con pochi difetti, rande autonomia e un ottimo prezzo
La sfida nel mondo smartwatch è per buona parte in mano a chi vanta un maggiore esperienza nel mondo della tecnologia IT. Apple, Fitbit e Samsung sono gli esempi più significativi. A tutela del proprio mercato però, diversi marchi storici dell’orologeria si sono cimentati in modelli in grado di combinare classico e moderno. A partire da Garmin e Suunto, per restare tra i modelli più popolari, con un buon successo. In mezzo però, c’è spazio anche per chi, pur essendo cresciuto con i classici orologi a lancette, nel tempo ha saputo affermarsi anche come pioniere prima e riferimento poi nei primi modelli elettronici.
Come riesce a dimostrare Citizen, un’esperienza utile ad affrontare la sfida anche nel mondo smartwatch e Vagary è un’ottima dimostrazione. Non la prima, per il marchio capace di scrivere insieme a Casio buona parte della storia dei primi orologi digitali. Certamente però, al primo impatto decisamente più agguerrita di un CZ Smart del quale si sono presto smarrite le tracce nonostante alcuni accorgimenti interessanti.
Importante precisare, Vagary non è uno smartwatch sofisticato, e neppure perfetto. È però un ottimo punto di partenza per valutare la risposta del mercato e mettere alla prova il potenziale Citizen in un terreno comunque relativamente nuovo per l’azienda. In particolare, partendo da un’insolita posizione di rincorsa.
Perfettamente in linea però, con quanto dichiarato. Tra i primi aspetti da apprezzare, l’umiltà con cui affronta la sfida, senza cioè promettere rivoluzioni, ma invitando semmai alla prova attraverso un prezzo decisamente competitivo.
Alla ricerca di equilibrio
La sobrietà è in effetti uno dei primi aspetti da valutare. La cassa leggermente rettangolare da 34,5×41 mm si adatta infatti a qualsiasi polso, senza rivelarsi ingombrante o vistoso. Spazio di miglioramento emerge invece sullo spessore, un po’ troppo pronunciato.
Il display LCD touch screen da 1,5” con risoluzione di 240×280 pixel presenta vantaggi e qualche svantaggio. Considerate le dimesioni, la scelta della tecnologia adottata non incide più di tanto sulla resa visiva, grazie anche a grafiche tutto sommato semplici. In compenso, ci guadagna l’autonomia, alla fine tra i migliori punti di forza di Vagary smartwatch.
Più delicato invece il discorso relativo all’interazione. Anche se la sensibilità del touch screen non è da disprezzare, si può certamente migliorare. Non è raro infatti dover ripetere un gesto un paio di volte per eseguire un comando.
Inoltre, l’unico pulsante, sulla destra, viene utilizzato solo per la pressione. Sfruttare invece anche la rotazione per lo scorrimento delle schermate agevolerebbe, e non di poco, la navigazione.
Scelte essenziali
La scelta di non integrare il GPS ha certamente ripercussioni positive sia sul prezzo sia sull’autonomia. Per chi non ha nessuna intenzione di privarsi dello smartphone anche durante l’attività fisica, può addirittura rivelarsi un vantaggio. La procedura per connettersi all’app VeryFit e tracciare un allenamento è però un po’ macchinosa.
In compenso, l’elenco dei parametri rilevati è decisamente completo, a partire dai due più popolari. La frequenza cardiaca è in linea con i livelli rilevati da altri modelli, anche più ambiziosi. Così come il numero dei passi quotidiani. In questo caso però, emerge una netta differenza, per difetto, nel tradurre in passi attività più dispendiose, come corsa e bicicletta.
L’elenco di quattordici discipline registrabili copre comunque la maggior parte delle situaizoni. Compresa la bicicletta indoor, in pratica la cyclette, una delle più difficili da questo punto di vista. Il tutto, comunque riassunto e archiviato anche nell’app.
Bene organizzata la sequenza di schermate sullo smartwatch. Oltre al riassunto quotidiano e al dettaglio della frequenza cardiaca, anche l’analisi istantanea del livello di stress. Risalta la stima del livello di ossigenazione del sangue, istantanea, anche se in questo caso la precisione può essere certamente migliorata. Interessante inoltre la sezione dedicata all’allenamento al respiro, un metodo originale utile comunque a favorire il relax.
Niente da rimarcare per quanto riguarda le notifiche. Abbinamento allo smartphone, configurazione e visualizzazione non dovrebbero presentare problemi anche ai meno pratici. Così come lo spazio di personalizzazione. I quadranti a disposizione sono diverse decine, si potrebbe però fare qualcosa di più in termini di varietà, con una buona parte, fin troppo ispirati agli storici modelli analogici. Su argomenti come questo però, spesso è comunque solo questione di tempo.
Autonomia e prezzo, punti di forza indiscussi
Resta a questo punto capire per chi Vagary possa rappresentare lo smartwatch ideale. Per i più esigenti, un display non sempre il massimo della reattività può sembrare un limite. In realtà, come spesso in situazioni simili, è soprattutto questione di abitudine.
Qualche dubbio in più sull’affidabilità delle funzioni per il benessere. Fermo restando che si parla sempre di indicazioni senza nessuna pretesa di supporto medico, il conteggio dei passi, ma soprattutto il calcolo dell’SpO2 possono essere migliorati. Più difficile invece entrare nel merito del livello di stress, più dipendente da interpretazioni personali e soggettive.
Ci sono invece due aspetti sui quali Vagary vince a mani basse. Prima di tutto l’autonomina. L’assenza del GPS certamente aiuta. In ogni caso, arrivare senza problemi agli otto giorni dichiarati, e andare anche oltre, con un display a colori e un catalogo di funzioni comunque ampio, non è da tutti.
Ancora di più, quando si guarda al prezzo. Come primo approccio al mondo smartwatch, è certamente ben riuscito, senza promettere più di quanto in effetti possa offrire. Il nome Citizen alle spalle è una garanzia, ma anche una responsabilità. Un blasone comunque rispettato. Se tutto questo si può ottenere a 79 euro, meno di tanti tracker, il bilancio pende nettamente a favore.
Pubblicato il 18/11/2022