Se uno smartwatch tira l’altro, ci guadagna Apple

Se uno smartwatch tira l’altro, ci guadagna Apple






Tra chi ha già uno smartwatch e cerca un modello più recente, nel momento di cambiare spesso si finisce per comprare Watch

Il mercato degli smartwatch ha raggiunto una durata dove ormai si parla per buona parte di utenti almeno al secondo modello. Questo, offre alcuni stimoli interessanti sul comportamento dei relativi utenti e CSS Insight ne ha approfittato per analizzare un aspetto curioso, come e quanto si tenda a cambiare marchio.

Ne è scaturito un grafico, all’apparenza un po’ complicato, ma in realtà piuttosto chiaro. Ancora una volta, un discorso alla fine ampiamente favorevole a Apple Watch.

Settore ad alta fedeltà

Da una parte infatti, si considera un gruppo di proprietari di smartwatch disposti a raccontare le proprie scelte. Dall’altra il risultato della seconda scelta. Aspetto da sottolineare, non si parla di tutti i possessori di wearable, ma solo di chi ha effettuato almeno un secondo acquisto.

Già in fase di prima scelta, Watch resta ampiamente la scelta preferita. Un’ottima posizione di partenza, dal momento che i ricercatori hanno osservato prima di tutto un elevato tasso di fedeltà. L’impegno dei produttori nel creare ambienti unici, personalizzati e attraenti sembra pagare anche per Samsung e Fitbit.

Qualcuno meno soddisfatto però, c’è sempre e da qui hanno origine le tracce seguite per analizzare i passaggi da un marchio all’altro. Oltre a poter contare su un tasso di fedeltà del 78%, nel tempo Apple tende ad accogliere anche utenti già esperti, in arrivo da esperienze diverse.

Si difende bene anche Samsung, in questo caso, il rivale più diretto, forte di un 44% di conferme nella scelta, nonostante nel mondo Android, quindi ambienti e interfacce simili, la scelta non manchi.

L’identità Fitbit a rischio

Chi invece sembra arrancare è Fitbit. Passato forse il picco del momento di gloria, probabilmente anche quella di sorta di limbo in cui è finita con l’acquisizione da parte di Google, non ispira certo la massima fiducia a lungo termine. Almeno, non quanto poteva sembrare all’inizio per il marchio forse più vicino a poter creare problemi a Apple grazie proprio all’unicità. Come non era difficile prevedere, sul banco degli imputati anche il programma a pagamento Fitbit Premium, fonte più di malcontenti rispetto ai guadagni. Non a caso, parte da qui la maggiore migrazione in direzione di Watch.

Il lavoro CSS Insight conferma anche la nicchia Garmin. In questo caso, i nuovi arrivi compensano le partenze, per uno scambio praticamente alla pari con Apple. Nel complesso però, si può certamente parlare di un’utenza magari non vasta, ma sicuramente fedele nel tempo e quindi soddisfatta.

Ci sono da rilevare anche gli interessanti progressi Amazfit. Anche se ancora a una certa distanza dai rivali, il consenso cresce. Aspetto non secondario, con una quota non trascurabile in arrivo proprio da Apple.

Infine, emerge chiaro il comportamento di chi si avvicina al mondo smartwatch non del tutto convinto, e quindi opta per uno degli altri marchi, in genere più economici. Una volta apprezzato il potenziale del wearable, l’investimento si fa più importante e il più delle volte finisce ancora una volta dalle parti di Apple Watch.

Pubblicato il 17/8/2023


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