La voglia di Wi-Fi gratuito si può pagare a caro prezzo

La voglia di Wi-Fi gratuito si può pagare a caro prezzo

L’essenza, e la soddisfazione, di usare un dispositivo mobile è potersi connettere liberamente, senza preoccupazioni legate a soglie di traffico o potenziali brutte sorprese in termini di tariffe. Una connessione Wi-Fi gratuita è la soluzione migliore in tutti i sensi. Veloce, economica e pratica, proprio per questo però, induce spesso in tentazione, senza preoccuparsi più di tanto delle possibili conseguenze.

Nonostante il prezzo possa rivelarsi più alto di una qualsiasi tariffa oraria o a volume, l’89% degli utenti italiani non esita infatti nel mettere potenzialmente a rischio dati e informazioni personali, pur di collegarsi a un Wi-Fi gratuito.

Il dato preoccupante è però solo il primo uscito dalla ricerca Norton by Symantec. Solo pochi minuti dopo essere arrivati a casa di un amico, in un bar, in un hotel o altro, il 40% degli italiani chiede la password o prova ad accedere alla rete Wi-Fi pubblica. Più di un quarto (il 27%) dichiara di avere effettuato l’accesso senza il permesso del proprietario, l’8% dice di avere indovinato o violato la password per collegarsi alla rete.

Nonostante la recente legislazione UE abbia abolito i costi del roaming dati, il 70% dichiara inoltre di voler continuare a usare una rete Wi-Fi pubblica, soprattutto per evitare di utilizzare il proprio pacchetto dati mensile (42%).

Peggio ancora,  gran parte delle scelte relative a praticamente ogni aspetto del viaggio è spesso legata alla possibilità di accedere o meno a una rete Wi-Fi. Per il 74% è determinante nella scelta di un appartamento o di un albergo, il 59% nel caso di luoghi di passaggio (stazioni, aeroporti) , il 50% per la linea aerea con la quale voleranno e il 46% dei luoghi di ristoro (ristoranti, bar, altri luoghi pubblici).

Come se non bastasse, la quasi totalità degli intervistati (89%) è consapevole di mettere  potenzialmente a rischio le proprie informazioni personali quando utilizza una rete Wi-Fi pubblica. Per esempio, controllando il proprio conto corrente o accedendo all’account di posta elettronica personale.

Una situazione poco rassicurante, aggravata dall’essere vissuta dai diretti interessati con una buona dose di premeditazione. Il 33% degli italiani afferma infatti di essere terrorizzato all’idea che i dettagli del proprio conto corrente o delle informazioni a carattere finanziario possano essere sottratti e resi pubblici online, mentre uno su cinque (26%) teme possano essere rivelati i segreti più intimi, e un 18% sostiene che sarebbe imbarazzante se i dettagli delle proprie conversazioni via chat/messaggistica venissero pubblicati online. Infine, il 42% dichiara che sarebbe persino disposto a pagare per evitare che le informazioni personali sottratte vengano diffuse ad amici, famiglia, superiori al lavoro, figli, partner.

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