Nel nostro futuro c’è ancora tanto spazio per i wearable

I sensori presenti nei wearable possono tornare utili per altre applicazioni. Dalla Salute alla realtà aumentata, fino alla mobilità
Per quanto ormai consolidato intorno soprattutto a smartwatch e auricolari, il mondo wearable resta per buona parte ancora tutto da scoprire, e non solo quando si parla di smartglasses. Il potenziale dei sensori resta ancora alto, e le aziende non risparmiano certo sulla ricerca.
Il risultato è un interessante momento dinamico anche dietro le quinte dei prodotti finali, dove IDTechEx ha voluto indagare. Tra conferme e novità, gli spunti non mancano, a partire da quello forse omari più contato della Sanità.
Con il passare del tempo, affidarsi ai wearable sarà sempre più una necessità e non solo una scelta. Di fronte a una popolazione mondiale in crescita, stili di vita sempre più sedentari e cattive abitudini di alimentazione, riuscire a garantire a tutti cure e visite tempestive è una sfida sempre più impegnativa.

Wearable e salute, matrimonio consenziente
Da qui, l’importanza di poter contare su dispositivi, affidabili quanto serve, in grado di monitorare i parametri di una persona senza interferire con la vita quotidiana. Pronti però, a individuare potenziali sintomi di problemi, in modo da migliorare la prevenzione, ma permettere anche visite a distanza. Riducendo così carichi di lavoro e spese del servizio sanitario.
Anche per alcuni problemi cronici, le prospettive di vita migliorano. Una gestione meno impattante del diabete è ormai quasi una realtà. I livelli di glucosio possono essere tenuti sotto controllo in autonomia con relativa tranquillità. All’occorrenza, inviando in automatico segnali di avviso anche al medico curante.

Una marcia in più per la realtà aumentata
Nonostante le persistenti difficoltà di visori e smartglasses, la realtà aumentata resta una prospettiva concreta, dove il contributo dei wearable in senso più esteso può essere decisivo. Oggi infatti, i dispositivi dedicati sono concepiti in modo totalmente indipendente.
Visti i riscontri ottenuti, non è da escludere come la strada giusta sia un’altra. Per esempio, sfruttare i sensori di smartwatch, ma anche degli smartphone, per collaborare con i vari Vision Pro e altri progetti altrettanto ambiziosi.
Sfruttare cioè, quella sorta di ecosistema ormai parte regolare del corredo di tanti, per raggiungere il necessario livello di prestazioni di qualità, riducendo l’impatto su peso, praticità e prestazioni finora alla base di tanti mancati successi.
Al quale aggiungere un passo decisivo se si vuole veramente rendere unico l’utilizzo di un wearable per la realtà virtuale. Oltre a riconoscere i gesti, sarà molto importante riuscire a interpretare anche i movimenti degli occhi.

I wearable salgono in auto
Un terreno molto meno scontato per il futuro dei wearable è in realtà uno dei più ricchi di tecnologia attualmente, la mobilità. Anche se oggi si guarda soprattutto ai sensori installati sui veicoli, è un altro sbocco interessante per i wearable.
Per esempio, anche solo per predere i dati raccolti dallo smartwatch su stanchezza o stress e metterli al servizio della sicurezza sulle strade, e non solo per chi è alla guida.
In contesti del genere, un wearable può tornare utile anche solo per aprire un macchina o avviare una moto, o una bicicletta elettrica. Ma anche per assicurarsi he il guidatore abbia tutti i requisiti del caso, età, patente ed eventuali sanzioni comprese.
Pubblicato il 6/1/2025