La rivoluzione Humane Ai Pin finisce prima ancora di iniziare

La rivoluzione Humane Ai Pin finisce prima ancora di iniziare

L’acquisizione da parte di HP segna il destino della rivoluzione mancata di Humane Ai Pin, spilla smart tanto originale quanto futile

In genere, per un prodotto innovativo un’acquisizione significa la possibilità di aumentare il proprio potenziale grazie alla maggiori risorse di un’azienda più strutturata e organizzata.  A volte però, succede esattamente il contrario, ed è questo il destino di Humane Ai Pin.

Quella sorta di spilla smart presentata come rivoluzionaria neppure un anno fa, in realtà non aveva mancato di sollevare perplessità sulla sua reale utilità. Puntualmente, non è servito molto per finire nel novero dei progetti più di marketing e molto meno pratici, esattamente come i Google Glass o Apple Vision Pro.

L’acquisizione HP stronca il futuro Ai Pin

L’acquisizione di Humane c’è in effetti stata, e anche da un nome importante come HP. Dietro l’investimento di 116 milioni di dollari, un impegno non particolarmente gravoso per un’azienda di certe dimensioni, c’è però soprattutto l’interesse verso gli otre trecento brevetti in chiave di intelligenza artificiale.

Questi sì, sicuramente interessanti. Non esattamente sfruttati però al meglio in un wearable molto di facciata e poco concreto, come sera subito sembrato Ai Pin. A conti fatti, l’unico interesse si era rivelato quello delle testate meno specializzate, attente proprio più alla visibilità mediatica rispetto al reale potenziale.

La storia si ripete

Una storia per certi versi già vista con l’acquisizione di Fitbit da parte di Google. Nonostante le rassicurazioni, il tempo sta dimostrando come l’interesse fosse soprattutto rivolto all’enorme patrimonio di dati pregiati, rispetto allo sviluppo di smartwatch tra i più interessanti e innovativi del momento, ormai praticamente fermo da tempo e concentrato solo su Pixel Watch, non esattamente campione di vendite.

HP ha certamente riconosciuto il grande potenziale Humane in tema di intelligenza artificiale. Con l’intenzione però di sfruttarlo in tutt’altra direzione. Si parla infatti di una nuova generazione di PC e di stampanti, oltre a strumenti di livello aziendale per videoconferenze.

Niente a che vedere quindi, con il mondo wearable. Come era facile prevedere, l’avventura Ai Pin è praticamente finita prima ancora di cominciare. Una lezione importante per il mercato, ma anche per presunti addetti ai lavori pronti a rilanciarne con una certa leggerezza il messaggio di wearable destinato a rivoluzionare le nostre vite.

Pubblicato il 20/2/2025

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verificato da MonsterInsights