Parte la sfida SpO2 e Fitbit da respiro a nuove opportunità
Attivato, al momento negli USA, il sensore SpO2 per rilevare l’ossigenazione nel sangue. Nuove prospettive, a partire da una maggiore prevenzione
L’insolita coltre di silenzio caduta su Fitbit dopo l’acquisizione da parte di Google non deve indurre a pensare come da quelle parti regnino silenzio e immobilismo. Al contrario, lo storico produttore di smartwatch ha in serbo importante novità sul rivelamento dell’SpO2, il livello di ossigenazione nel sangue.
Praticamente tutti gli smartwatch Fitbit lanciati negli ultimi anni, per la precisione le serie Ionic, Versa e Charge 3, hanno integrato anche un sensore per seguire il livello di ossigeno nel sangue, l’SpO2 appunto, o più comunemente saturazione. Una funzione importane per completare il quadro dei parametri in grado di definire lo stato di salute.
L’SpO2 alza il livello della sfida Fitbit
Come in quasi tutti i modelli sul mercato, fino a oggi però rimasta disattivata, in attesa della relativa certificazione o comunque un’affidabilità considerata all’altezza. Ora però, la situazione è destinata a cambiare.
Come spiega Tizenhelp, sul mercato USA l’ultimo aggiornamento software rilasciato da Fitbit va proprio in questa direzione. I dispositivi compatibili presentano infatti una nuova schermata con il tracciato dell’ossigeno nel sangue.
Soprattutto durante le ore di sonno, variazioni troppo accentuate possono essere segnali di problemi alla respirazione. Una funzione tanto importante quanto delicata, da cui la necessità di aspettare le necessarie garanzie sull’affidabilità.
Passo avanti importante per le nuove sfide
Ora però, il momento sembra essere finalmente arrivato. Anche solo per rispondere al recente annuncio Withings con il nuovo ScanWatch, Fitbit non poteva più permettersi di aspettare, con il rischio di perdere terreno sin dai primi fondamentali passi nella cruciale corsa all’affidabilità in campo medico degli smartwatch consumer.
In attesa degli sviluppi altrettanto importanti sul piano societario, con il rilevamento del livello di ossigeno nel sangue, Fitbit va ad aggiungersi alla ristretta cerchia di pionieri del sttore SpO2 dove già si trovano l’Honor Band 5 e 5i, il Huawei Band 4 Pro e alcuni prodotti Amazfit di Huami.
Per l’Europa e per l’Italia al momento si dovrà ancora restare ala finestra. Quanto, non p ancora lecito saperlo. Rotti gli indugi tuttavia, la corsa può dirsi ufficialmente iniziata e appare quindi logico ipotizzare come l’obiettivo non sia lontano, pena situazioni controproducenti in termini di immagine.