Aria pulita, l’ultima idea in testa a Dyson con le nuove cuffie

Aria pulita, l’ultima idea in testa a Dyson con le nuove cuffie







Un filtro nei padiglioni e una mascherina che ricorda il braccio di un microfono. L’idea Dyson per cuffie pronte a combattere l’inquinamento

Non ci sono solo gli aspirapolvere nel futuro di Dyson. La grande attenzione alla tecnologia in grado di purificare l’aria ha portato infatti l’azienda inglese a sviluppare competenze anche per creare un paio di cuffie.

Secondo quanto emerge da una richiesta di brevetto, si tratta di cuffie del tutto particolari. Nel pieno rispetto della filosofia Dyson, prima di tutto senza scendere a compromessi con la qualità. Soprattutto però, in grado di combattere gli effetti nocivi dell’inquinamento.

Il sistema prevede una coppia di filtri integrati nei due padiglioni delle cuffie. Da questi, l’aria in ingresso da un’apertura sull’arco e privata di elementi inquinanti può arrivare direttamente alla bocca grazie a un braccio mobile. In pratica, qualcosa di molto simile a un microfono integrato. A differenza di questo però, immette aria pulita e all’occorrenza può essere rimosso.

Dove c’è aria pulita, c’è Dyson

Fino a oggi Dyson si è presa a cura principalmente gli ambienti domestici. Ora il passaggio appare significativo, cercando nuove applicazioni esterne per le proprie competenze. Dall’osservazione del mercato è scaturita infatti una esigenza crescente di strumenti per combattere l’inquinamento.

Più ancora dei fatti di cronaca attuali legati al Coronavirus, la tendenza una crescente attenzione mascherine e altri dispositivi di filtraggio delle polveri inquinanti. Si prospetta quindi un nuovo interessante spazio per i dispositivi indossabili.

Per contro, l’azienda ha anche analizzato i potenziali freni all’adozione di un wearable che comunque copre parte del volto. In alcuni Paesi, soprattutto in Asia però, ormai una consuetudine. Partendo da questi mercati, l’idea è probabilmente sviluppare una soluzione meno invasiva possibile, gradita anche ai mercati Occidentali.

Il problema è il rumore

Dal punto di vista tecnico, c’è però un problema da non sottovalutare. Il filtro Dyson è attivo, vale a dire utilizza un motore da 12mila rpm in grado di filtrare 1,4 litri di aria al secondo. Come sottolinea Bloomberg, per quanto si parli di una tecnologia sofisticata, il problema del rumore e del relativo isolamento acustico esiste. Ancora di più, considerata la posizione direttamente attaccata all’orecchio.

Attualmente il più piccolo motore sviluppato da Dyson per i propri aspirapolvere senza filo funziona a 120mila rpm. Serve di conseguenza un importante passo in avanti della ricerca prima di arrivare a una soluzione in grado di rispondere alla specifiche.

Per intendersi, 12mila rpm è dieci volte la velocità di una comune ventola di raffreddamento dei un PC, con relativo rumore di fondo.

Si tratta comunque ancora solo di una richiesta di brevetto. La strada non è necessariamente corta e neppure certa di arrivare in fondo. Certamente, l’idea appare affascinante, anche di fronte all’ambizione non nascosta di arrivare a produrre un impatto positivo sull’inquinamento di un’intera città, grazie naturalmente a un impiego diffuso della tecnologia.



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