Via libera condizionato, o quasi, all’operazione Google-Fitbit

Via libera condizionato, o quasi, all’operazione Google-Fitbit

L’autorità antitrust dell’UE pronta a un accordo per autorizzare l’acquisizione Google-Fitbit. Restano però altri nodi da risolvere

Dopo diversi mesi di attesa, la questione Google-Fitbit è molto vicina a una svolta. Positiva, per i sostenitori dell’operazione. Almeno, questo è quanto afferma Reuter, come anticipazione sulle decisioni delle autorità Antitrust dell’Unione Europea.

Rallentata anche dall’emergenza sanitaria, l’acquisizione è stata in realtà fortemente frenata dalla questione sui dati personali. Di fronte al rischio di vedere finire nelle mani di Google per scopi pubblicitari enormi quantità di informazioni sensibili sullo stato di salute degli utenti Fitbit, l’UE ha volto vederci più da vicino.

Da qui, come riporta il Financial Times, la richiesta inviata ai rivali di Google e Fitbit di compilare un questionario di 60 pagine per inquadrare meglio le potenziali ripercussioni sul mercato dei wearable inambito sanitario e medico.

A rischio privacy e concorrenza

L’idea era capire anche se le altre app concorrenti corressereo il rischio di trovarsi penalizzate su Google Play Store, ma soprattutto capire la destinazione dei dati personali una volta uscite dal controllo Fitbit e relative garanzie di riservatezza fornite al momento della sottoscrizione.

La scadenza fornita dall’UE per una decisione è stata fissata per il 20 luglio, Già ora però, Reuter afferma di aver ricevuto anticipazioni da una fonte attendibile.

L’idea è indurre Google ad assumersi ufficialmente un impegno vincolante sul non impiego a scopi pubblicitari dei dati personali su salute e benessere raccolti da Fitbit.

Una prospettiva a tutto vantaggio di Google naturalmente, finalmente vicina a sbloccare una situazione di svantaggio sul fronte wearable. D’altra parte, una delle tante incontrate praticamente ogni volta l’azienda di Mountain View abbia provato a cimentarsi con l’hardware.

Solo per restare in tema wearable, basti infatti pensare allo scarsissimo successo incontrato dai Google Glasses, a suo tempo presentati in stile Apple come una grande rivoluzione e oggi praticamente dimenticati.

Il peso dell’attesa grava tutto su Fitbit

Se anche si dovesse però risolvere la questione Europea, l’operazione Google-Fitbit dovrebbe comunque fare i conti ancora con una situazione pressoché simile agli antipodi. Anche in Australia infatti, è ancora in sospeso l’indagine antitrust.

Non molto più sereno il clima in Patria e negli immediati paraggi, Negli Usa, così come in Messico Canada ma anche Brasile, diverse Associazioni di consumatori stanno infatti seguendo da vicino la vicenda, senza nascondere perplessità.

Nel frattempo, l’incertezza non fa certo bene a Fitbit. Secondo IDC, l’azienda è infatti scesa al di sotto del 5% di quota di mercato wearable, sempre più lontana dal 32% di Apple, ma anche dai più diretti rivali, la crescente Xiaomi con il 12% e Samsung con il 9%.

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