Eleganza tuttofare Fitbit in un Versa 3 pronto per la sfida di classe
L’insieme di funzioni decisamente ricco di Fitbit Versa 3 aiuta a rendere personale uno smartwatch giustamente ambizioso
Basta mettere a confronto il puà recente Versa 3 con il primo modello della serie presentato solo pochi anni fa, per capire quanto sia stata importante e veloce l’evoluzione del settore.
Archiviato l’ormai limitante ruolo di telecomando dello smartphone, uno smartwatch vive sempre più di luce propria e per questo il numero e il tipo di nuove funzioni indipendenti è uno degli aspetti più importanti per segnare la differenza.
A prima vista, per il nuovo Versa 3 la missione sembra riuscita. Volutamente distinto soprattutto sull’aspetto funzionale dall’altrettanto nuovo Fitbit Sense, chiamato invece ad affrontare la più incerta sfida nel mondo della Salute, la prima impressione è decisamente positiva.
I dettagli fanno la differenza
A partire dalle linee, decisamente ammorbidite, con curvature più accentuate sugli angoli, lievemente prolungate anche sui lati. Il risultato è un insieme decisamente più gradevole, grazie anche alla buona combinazione di colori e materiali.
Spariti del tutto, o quasi i pulsanti. Proprio qua però, emerge uno dei maggiori limiti, se non il principale. La scelta di inserire solo un pulsante a sfioramento va certamente beneficio dell’estetica complessiva. D’altra parte, il funzionamento risulta decisamente approssimativo. Troppo per pensare di usarlo regolarmente come da istruzioni.
Certamente, molto meglio cavarsela solo sfruttando il display touch, anche perché in effetti merita attenzione. Prima di tutto , per aver abbandonato le forme squadrate a vista, in contrasto con la cassa invece più arrotondata, in favore di uno schermo AMOLED proporzionato alla cassa in alluminio.
Da apprezzare inoltre anche luminosità e qualità dello schermo da 1,58”, qualcosa in più rispetto ai modelli precedenti, e la risoluzione a 336×336 pixel, abbastanza per visualizzare dettagli nitidi e sfumature di colore.
Sempre più in salute
La vera sfida Versa 3 è però rilanciare sulle funzioni. Mantenere ambizioni di prezzo più alto non tanto rispetto alla media quanto in confronto ai più aggressivi modelli recenti della pattuglia guidata da Xiaomi è sempre meno facile.
Cavalli di battaglia Fitbit come lo stimolo e il supporto all’attività fisica quotidiana, l’analisi del sonno e il benessere in generale sono ormai diventate caratteristiche standard. Per spingersi oltre, serve prima di tutto aumentare la precisione e il numero dei parametri rilevati.
Per quanto riguarda la frequenza cardiaca, missione affidata al nuovo sensore ottico PurePulse 2.0. Gli sforzi compiuti hanno effettivamente portato a letture più precise. Non tanto nelle situazioni a riposo o di normale attività, quanto sui picchi sotto sforzo, dove in precedenza emergevano sbalzi troppo netti e valori non sempre attendibili.
Novità interessanti anche sull’analisi del sonno. In questa fase infatti, è attiva la funzione di rilevamento dell’SpO2. Il livello di ossigenazione del sangue è infatti un indice importante dello stato di salute generale. Rilevato durante il riposo, fornisce maggiori dettagli utili a inquadrare meglio la propria situazione.
Via libera al GPS
La vera novità da valutare è però il GPS. Allo stato attuale del mercato, una scelta praticamente obbligata. D’altra parte, la precedente esperienza di Ionic aveva evidenziato ampi spazi di miglioramento.
A partire dalla connettività stessa. Punto debole di buona parte degli smartwatch, non è raro dover aspettare diversi minuti perché il dispositivo si colleghi al satellite (GPS o Glonass). Per chi sta iniziando un’escursione, una corsa o un allenamento in bicicletta, non è necessariamente un’operazione gradita.
Se non risolta, la situazione è certamente migliorata. Anche se a volte il segnale resta precario anche solo passando in vie strette tra edifici di un paio di piani, nell’insieme la fedeltà del tracciamento al percorso effettivamente seguito è certamente migliorata. In ogni caso, al livello dei dispositivi espressamente dedicati allo sport.
Aspettando Assistant, Versa 3 da voce ad Alexa
Niente di particolare da sottolineare sull’altra relativa novità maggiormente pubblicizzata. Dopo l’esordio sul Versa 2, con Versa 3 il riconoscimento vocale per Amazon Alexa diventa di fatto parte integrante di uno smartwatch di alto livello. Il microfono integrato svolge egregiamente il proprio dovere, mentre il resto delle operazioni, dipende anche dalla qualità del dispositivo connesso e della relativa rete.
Nell’occasione, Fitbit ha annunciato anche la compatibilità con Google Assistant. Al momento però, resta in attesa dell’integrazione ufficiale prevista con una nuova versione di FitbitOS prevista per la fine dell’anno.
Tutto quanto si può chiedere a uno smartwatch
C’è poi tutta una serie di funzioni accessorie, la cui valutazione e utilità dipendono molto più dal singolo utente. A parte naturalmente il monitoraggio del ciclo femminile rivolto a un pubblico molto mirato, per tutti gli altri restano numerose altre possibilità per sfruttare Versa 3.
Per i più pirgri, è sempre utile il promemoria, personalizzabile, sull’invito al movimento, ma anche al momento ideale per andare a dormire o per svegliarsi. Nei momenti più agitati di una giornata, torna utile anche seguire l’invito a prendersi una breve pausa seguendo una rilassante seduta di respirazione guidata.
Oppure, approfittare della connessione Wi-Fi per caricare nella memoria interna da 4 GB una quantità di musica sufficiente a tenere compagnia durante un allenamento o anche un’intera giornata, da ascoltare wireless sfruttando la connessione Bluetooh 5.0. In alternativa, via smartphone si può accedere al proprio account Spotify.
In prospettiva futura, non è difficile ipotizzare inoltre una maggiore diffusione dei sistemi di pagamento contactless e di quelli via smartphone in particolare. Al riguardo, con Pay Fitbit è già pronta da tempo, anche se tornerebbe utile una maggiore attenzione alla rete di accordi con gli operatori del settore.
Al momento, comunque, non sembra ancora una priorità e neppure un’esigenza dell’utenza italiana. Per esempio, manca del tutto la possibilità di sfruttare Pay sui mezzi di trasporto, dove invece rivelerebbe tutta la propria praticità.
Sempre utile la funzione per la ricerca dello smartphone, invertendo per qualche momento il rapporto. Con lo smartwatch nel ruolo cioè di dispositivo principale per recuperare dove si è lasciato l’altro.
Più soggettiva invece l’utilità del display sempre acceso. Per certi versi, scelta obbligata alla luce delle decisioni dei rivali. Dall’altra, per quanto controllato, un impatto non trascurabile sull’autonomia. In ogni caso, scegliendo gli appositi quadranti, un’opzione in più.
Autonomia e personalizzazione
Questo porta ad analizzare due elementi importanti. Il primo è l’autonomia, decisamente migliorata. I sei giorni abbondanti dichiarati sono in effetti realistici, a condizione di non abusare del GPS. In ogni caso, con un’ora circa di registrazione tre o quattro volte alla settimana, la durata è effettivamente quella indicata.
Da tenere in considerazione al riguardo, anche il potenziale impatto di un utilizzo frequente del lettore musicale o dei comandi vocali.
L’altro aspetto interessante è lo spazio di personalizzazione, Oltre a numerose funzioni per regolare a piacere accessi diretti o informazioni visualizzate soprattutto durante l’attività fisica, è sempre molto ricco il catalogo di quadranti disponibili, dai più classici a quelli invece più fantasiosi.
Prezzo impegnativo, e giustificato
Tutto questo porta naturalmente a un prezzo sul quale l’utente probabilmente si porrà qualche domanda. Se qualche anno fa 229,99 euro erano sicuramente allineati a un mercato impostato su medie più elevate, oggi la concorrenza si è fatta decisamente più agguerrita. In ogni caso, una cifra nettamente infriore allo storico rivale Apple Watch.
Certamente, Versa 3 presenta una combinazione di design, materiali, funzionalità e affidabilità di ottimo livello. Nel tempo però l’offerta è molto cresciuta, abbassando notevolmente il livello di ingresso e non sempre un utente è in grado, o disposto, ad andare molto oltre il prezzo e la presenza di funzioni di base.
Una parentesi la merita anche Fitbit Premium, il servizio extra proposto a pagamento dopo i primi mesi di uso gratuito. Al riguardo, la stessa azienda è riluttante nel fornire numeri sulla reale adesione. Viene da pensare, di consegeunza marginale nella strategia complessiva, e soprattutto nell’attenzione della community.
Per i più appassionati o intenditori, quella per Versa 3 sembra comunque lecito pensare a una spesa giustificata, certamente non uno spreso, in grado di ripagarsi per un certo periodo di tempo. Prima di scoprire se e quanto l’avvento di quelli che la stessa Fitbit definisce gli healthwatch segnerà un’evoluzione o semplicemente un’alternativa.