Tempo di lockdown, tempo di pensare alla salute
All’alba di un nuovo lockdown, uno studio Fitbit rileva un importante cambio di atteggiamento degli italiani nei confronti della salute
In Piemonte, Lombardia e Calabria è di nuovo tempo di lockdown. Per tutti gli altri, ammesso di non ritrovarsi nella stessa situazione tra poche settimane, il livello di attenzione è in ogni caso tornato ai massimi livelli. Un periodo comunque difficile, durante il quale tuttavia Fitbit è riuscita anche a cogliere segnali interessanti sull’atteggiamento degli italiani.
Una ricerca effettuata durante la prima parte dell’anno ha infatti rilevato un una maggiore consapevolezza sulla necessità e sull’utilità di curare il proprio benessere, cambiando prima di tutto abitudini consolidate da tempo.
Prima della pandemia di Covid-19 l’attenzione verso atteggiamenti più in linea con una stile di vista salutare era valutata appena al 20%. Dopo mesi di convivenza forzata con l’emergenza sanitaria, la situazione si è completamente ribaltata, con la percentuale salita al 76%.
I dati sono stati ricavati dalle registrazioni degli utenti attivi di dispositivi Fitbit. Raccolti, resi anonimi ed elaborati, permettono in questo modo di ottenere indicazioni utili a livello complessivo, per inquadrare meglio la situazione in Italia.
Tutto il tempo per pensare alla salute
In particolare, durante la prima ondata quando le routine quotidiane erano stravolte, molti italiani hanno effettivamente ammesso di aver preso provvedimenti concreti per migliorare la propria salute personale.
Più della metà (54%) ha sperimentato un cambiamento positivo in termini di salute personale durante la pandemia, affermando di aver sviluppato abitudini e comportamenti personali più sani.
Questi nuovi atteggiamenti verso abitudini più sane sono stati equilibrati nelle varie fasce d’età, con una maggiore incidenza in quella compresa tra 45 anni e 54 anni (59%) seguita a ruota dai giovanissimi, dai 18 anni ai 24 anni (57%).
Il sonno è stato tra i maggiori cambiamenti positivi in Italia. I miglioramenti nel riposo sono stati osservati in quasi la metà degli intervistati (47%), soddisfatti di aver ottenuto un riposo notturno più lungo. In particolare, il 33% ha affermato di essere andato a dormire prima e il 43% di essersi svegliato prima del solito.
Anche se alcune donne (43%) hanno confermato di aver percepito un’influenza negativa sul sonno a causa dello stress, hanno comunque dormito più a lungo e con una routine di sonno migliore.
Dall’insieme emerge un incremento del 21% della durata del sonno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in particolare tra le donne nella fascia d’età 18-29 anni con 32 minuti aggiuntivi per notte durante il lockdown.
Il lockdown passa, le buone abitudini restano
Aspetto ancora più interessante, quando si è passati a una situazione di nuova normalità, la durata del sonno si è comunque dimostrata ancora del 3% più alta rispetto al 2019. Ancora di più, tutto questo ha contribuito a correggere anche altre abitudini potenziale fonte di problemi. Tra febbraio e agosto, gli italiani hanno bevuto meno alcool (58%) e hanno mangiato cibi più sani (56%).
A prescindere da quanto sarà lungo e delicato il nuovo periodo di chiusure, una buona notizia appare l’intenzione di rendere definitivi alcuni cambiamenti. L’impegno diffuso è infatti rivolto a gestire meglio lo stress (33%), maggiore attenzione all’esercizio fisico (26%) e alle abitudini alimentari (31%).
Qualche segnale si è già manifestato. Se durante il primo lockdown inevitabilmente i dati registrati da Fitbit hanno rilevato un brusco calo nell’attività fisica quotidiana, a partire da maggio 2019 si è registrato un aumento del 2% rispetto allo stesso periodo del 2019.